mercoledì 23 luglio 2008

Ultimi libri

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Altrove da me

Lucilla Galanti

I Sognatori, 9.90 €

L’alienazione, l’incomunicabilità, il disagio... stati d’essere che portano l’uomo a non capire più sé stesso né tanto meno ciò che gli sta attorno.

E’ quello che capita alla protagonista di questo libro, che racconta in prima persona le fasi della sua discesa nella follia, e alla fine anche il lettore ne viene trascinato dentro.

Difficile uscirne, dall’ultima pagina, senza aver provato tutta l’angoscia di cui il testo è pervaso.

Molto realistico e dallo stile notevole, se poi si scopre che l’autrice non ha nemmeno 21 anni allora si può certo urlare al capolavoro!

8/10

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Shopaholic & sister

Sophie Kinsella

Dell Publishing Company, acquistabile su IBS

Quarto capitolo della saga con protagonista Becky Bloomwood.

I primi tre li avevo letti in traduzione, ora mi sono buttata a pesce su quelli in lingua originale grazie (o per colpa?) di una serie di sconti su Ibs di qualche tempo fa. Della serie: prendo solo questo più un paio di altre cosucce... spesa totale: 87 €, e uno scatolone recapitato sotto casa talmente grosso che poteva contenere pure la bomba H.

Tornata dal viaggio di nozze col neomarito la nostra scopre di avere - oltre ai soliti debiti... - anche una sorella nata da una precedente relazione del padre. La sua reazione: “Cioè, vuoi mettere??? è una cosa fighissima!!!”.

Alla carrambata seguiranno dis-avventure demenziali e allucinanti ingigantite dal fatto che le due in realtà sono come Dottor Jekyll e Mr Hyde...

Al solito divertente e assurdo, ho cominciato però a scalpitare con i piedini verso pagina 362 (di 388) perché non sembrava finire mai. Nelle ultime trenta pagine i colpi di scena non si sprecano e, anche se esilaranti, mi sembravano un po’ eccessivi per tutto quello che era già successo prima. In venti pagine restanti come avrebbe potuto Sophie Kinsella risolvere tutto? Ci riesce ma con un rush finale in cui si accavalla l’inverosimile e viene anche anticipato l’argomento del successivo episodio.

Qual è non ve lo dico [ché potrebbero arrivare i “rompiglioni” di Anobii che mi dicono che non segnalo mai gli spoiler] ma ormai chiunque avrà visto almeno una volta stampato da qualche parte il titolo del quinto libro.

Tirando le fila del discorso, direi che “Shopaholic & sister” potrebbe prendersi poco più della sufficienza: in fondo non c’era bisogno anche dell’apparizione di un alter ego (noioso) di Becky per farci ancora ridere.

6½/10

In ultimo: vi annuncio con giUoia di essere fra i vincitori di un concorso di lettura indetto dalla biblioteca che frequento. Quale sia il premio non ne ho idea... :-B lo scoprirò solo lunedì prossimo quando i concorrenti potranno passare a ritirare i premi.

mercoledì 16 luglio 2008

The book is on the table - Parte terza e ultima


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La bastarda di Istanbul

Elif Shafak

Libri Oro, Rizzoli, 6.90 €

Letto durante un fine settimana di giugno, giusto per ammazzare il tempo dato che fuori pioveva a dirotto, non posso certo dire di averlo apprezzato.

Farò la figura della pecora nera (scrivere “voce fuori dal coro” non mi piaceva... :-P), dati gli innumerevoli riscontri positivi che l’autrice ha ricevuto per questo romanzo.

Ma personalmente lo definirei come una lettura banale e per nulla impegnativa; il lessico utilizzato non migliora nemmeno nei brani dedicati alla questione turco-armena, tanto che anche trattando un argomento così complicato e importante la sensazione che si ha è sempre di leggerezza e mediocrità, da una parte, e dall’altra di aver sprecato 6.90 € che potevano essere dedicati ad altre letture più pregevoli.

Devo smetterla di passare nel reparto edicola dell’Esselunga mentre faccio la spesa di venerdì sera...

5/10

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L’alienista

Caleb Carr

Oscar bestsellers, Mondadori, 9.40 €

Me ne avevano parlato tanto bene... ma l’ho trovato leeeeeento e noioso.

L’ho abbandonato poco prima della centesima pagina. *sig!*

Un amore

Dino Buzzati

Oscar scrittori del Novecento, Mondadori, 7.80 €

All’età di quarantanove anni Antonio si innamora.

Si innamora di Laide che di anni ne ha appena venti e fa l’amore per soldi, ma è talmente bella e spregiudicata che nessuno le resiste.

I due si cominciano a frequentare e Antonio viene trascinato in un turbinio di compromessi, ripicche, litigi... degradazione psicologica insomma, a cui si sottomette di buon grado pur di proseguire con l’illusione di avere al suo fianco una donna che lo ama.

Buzzati racconta magnificamente di un amore impossibile, ne racconta con uno stile fatto di pause, di punteggiatura mancante, come un continuo fluire di parole del protagonista a descrivere un sentimento a cui non si resiste, a cui si rimane invischiati senza poter far niente: l’Amore.

Purtroppo l’amore di cui si parla non è autentico, e a vedere la discesa nell’umiliazione, nella ridicolaggine di un uomo maturo disposto a far di tutto per una ragazzetta perfida e subdola, che lo comanda manco fosse un cane, è penoso e frustrante...

Ecco, l’unica pecca del libro è questa incapacità del protagonista di agire seguendo il proprio pensiero invece di lasciarsi mortificare continuamente, dalla prima pagina all’ultima. E il tristissimo finale, anch’esso come tutta la storia sullo sfondo di una Milano grigia e decadente, acuisce maggiormente queste sensazioni di disagio.

Resta comunque un buon libro, di cui ho apprezzato la visionarietà di cui è riempito il testo: oltre alle descrizioni psicologiche Buzzati riesce con poche parole a creare squarci di vita milanese, narrazioni interminabili con pochissima punteggiatura di una metropoli in cui ogni abitante vive, lavora, muore come una formica, tutti vicini gli uni agli altri senza conoscersi... avvilente e affascinante allo stesso tempo.

7/10

Vi segnalo inoltre:

Guarda e cuci

Guarda e cuci - Guarda e cucina

[un libro di cucito e un libro di ricette anche per bambini]

Tina Davis

Edizioni Corraini, 20 € ciascuno

Quando li ho visti in biblioteca non ho potuto non prenderli in prestito!

Sono due libri illustrati, colorati, spiritosi e utili, perfetti da regalare ai bambini; e siccome per utilizzarli serve comunque l’aiuto di un adulto, li si possono usare per passare tutti insieme un pomeriggio in casa. ;-)

Il primo dà le basi per iniziare a capirci qualcosa di cucito: cosa deve contenere il cestino da lavoro della perfetta sartina (o sartino), quali tipi di stoffe esistono in commercio, come si usa il ditale, i punti base per cucire a mano, come si attacca un bottone, ecc. fino alla pratica vera e propria con alcuni piccoli progetti, e siccome non è previsto l’impiego della macchina da cucire, perché si cuciono tutti a mano, sono fattibilissimi anche per i più piccoli.

Il secondo invece è dedicato a chi si cimenta per la prima volta con pentole e padelle: da una prima introduzione sui tipi di utensili che si possono utilizzare in cucina e altre annotazioni generali si passa alle 50 più abominevoli ricette della gastronomia classica americana. Sandwich al formaggio sulla griglia, palline di popcorn (in cui i poveri popcorn vengono sommersi in una glassa zuccherosa e mielosa) e würstel con fagioli, giusto per citarne alcuni, più una quantità sorprendente di dolci, dolcetti e torte che saranno la morte dei denti dei vostri figli.

Peccato, perché se le ricette fossero state meno ameriGane il libro sarebbe stato bello quanto il primo.

img261/8098/guardacoltivaeh0.jpgRecentemente è stato pubblicato anche un terzo volume della stessa serie: “Guarda e coltiva - un libro di giardinaggio anche per bambini”, questo l’ho solo sfogliato in libreria e a prima vista direi sia fatto altrettanto bene degli altri due.

Tutti comunque non sono solo belli da utilizzare, ma anche da vedere perché accompagnati da bellissime illustrazioni d’epoca degli anni ’30-’50, che danno ai libri un tocco in più.

Quindi li consiglio, soprattutto alle mamme e a chi deve fare un regalo a un bambino di cui non conosce bene le preferenze in fatto di libri. Tenete presente però che costano 20 € ciascuno, che infatti mi sono astenuta dal comprarli perché in totale fanno 60 euri... direi mica bubbole!

Sicuramente li prenderò quando diventerò mamma...

domenica 6 luglio 2008

The book is on the table - Parte seconda

Oggi solo una recenZione perché lunga, già pubblicata qui.

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Per il Circolo del Mercoledì

Schiavo d’amore

William Somerset Maugham

Newton Compton [regalo!]

Romanzo di ispirazione autobiografica, “Schiavo d’amore” fu pubblicato dopo “La signora Craddock” e prima di “Il velo dipinto”. Tuttavia per certi aspetti le idee del romanziere Maugham non divergono molto a distanza di anni, e c’è da divertirsi a trovare i collegamenti.

Philip - alter ego di Maugham - rimasto orfano di entrambi i genitori, viene spedito a casa di una coppia di zii che vivono nella carità divina.

La vita con i parenti mai conosciuti prima è difficile e ben presto il ragazzino viene rinchiuso in un istituto per aspiranti servi di Dio: lo zio, vicario, vuole infatti vederlo realizzato nell’ambito ecclesiastico.

Il giovane si sottomette, d’altronde è troppo piccolo per fare diversamente, e accetta a malincuore di passare gli anni più belli della sua infanzia tra quattro mura e subissato di angherie e scherni dei compagni che lo prendono di mira per il suo piede equino.

Raggiunta la maggiore età e assuefatto dallo spirito religioso inculcatogli, decide comunque che nella vita non potrà diventare anche lui prete, ma che deve fare cose e vedere gente (Moretti docet), così abbandona gli studi finali verso l’abito talare e si inerpica sulle montagne tedesche per, così dice, studiare la lingua.

La fine dall’anno sabbatico di Philip coincide con lo sviluppo del libro in maniera più interessante.

Finalmente scopriamo se Philip ha altri interessi nella vita oltre che credere di essere un eletto, un privilegiato intelligentissimo e coltissimo, di circondarsi solamente di persone perbene e a modo come lui, schifando tutti gli altri.

Purtroppo la sua linea di condotta prosegue su quest’onda e dopo varie peripezie che lo portano dapprima a essere un semplice impiegatuccio svogliato, poi a far finta di essere un Pittore (con la P maiuscola...) nell’atmosfera bohemien parigina - tra l’altro con esperienza e conoscenze tecniche pari a ZERO - infine a declamare ai quattro venti di voler diventare “da grande” un medico dopo esser precipitato nel baratro degli homeless umiliandosi (!!) a fare il commesso in un grande magazzino, si ha la certezza di trovarsi di fronte a un personaggio insopportabile, incostante, buono a nulla, ma con così tanta boria e presunzione che da solo si sente sicuro di quello che fa pretendendo anche che gli si dica di essere bravissimo e impeccabile nelle sue azioni e decisioni di vita.

Philip sa SEMPRE di non sbagliare, e qualora le conseguenze dei suoi atti dimostrino invece il contrario, dà la colpa al caso, alla sfiga che lo insegue e alla frequentazione di persone sbagliate che hanno la colpa di perseguitarlo.

E quali sono queste persone negative? Sono tutte, ma proprio tutte, donne.

Gli uomini stanno invece dalla parte dell’olimpo dei magnifici, dei superbi e dei gentleman.

Le donne per Philip sono la cosa più brutta e scassa palle che possa capitare nella vita di un uomo. Nell’ordine quelle che lo tampinano sono: una pedante istitutrice zitella che ha la colpa di essersi concessa a lui e di essersi poi perdutamente innamorata; un’aspirante pittrice inglese conosciuta alla scuola d’arte di Parigi, squattrinata e dagli atteggiamenti maniaco compulsivi; una cameriera bruttina che tirerà per le lunghe il loro rapporto facendo leva sulla debolezza di cuore di Philip; una mediocre scrittrice di romanzi rosa abbastanza intelligente ma non all’altezza del nostro; e infine una giovane e pudica figlia di amici che sarà la donna definitiva della sua vita.

Ora, tutte queste donne tranne l’ultima incarnano tutto ciò che di fastidioso possa esserci in una persona, di qualsiasi sesso sia; ma Maugham fa concentrare e ricadere tutto sull’unico sesso femminile, e arriva anche in alcuni casi a far desiderare a Philip morte violenta per quelle povere ragazze: spesso il protagonista si ritrova a pensare a come ammazzare la persona che in quel momento odia più al mondo e sembra prediligere in assoluto un bel colpo secco alla giugulare con un coltello ben affilato, vedere il sangue colare per il collo della vittima e, presumibilmente, avere anche un orgasmo di onnipotenza mentre quella muore dissanguata. Mah...

I maschi al contrario sono qualcosa di eccelso, senza i quali Philip non riuscirebbe a crescere e a confrontarsi per sviluppare idee e pensieri propri. Anche se in alcuni casi prova astio per alcuni di loro, tutti comunque concorrono alla crescita spirituale e umana del protagonista; e lo stesso decanta gli amici più importanti (e sempre veri gentleman!) di cui si circonda. Sembra quasi che dalla parte opposta delle misoginia ci sia solo l’omosessualità, tanto che Philip durante gli elogi ai suoi compagni usa termini ed esprime la sua ammirazione per loro sfiorando di molto l’innamoramento tipico nei confronti di una persona dello stesso sesso.

E detto per inciso, nemmeno una delle donne da lui incontrate si concede a Philip per vero amore: la prima lo fa inizialmente per attrazione fisica verso un giovanotto piuttosto piacente; con la seconda arriva a stento a un bacio, tanto lei è vista come uno schifoso essere senza grazie; con la terza non batte chiodo; con la quarta si diverte solamente e con la quinta capita in un cespuglio in mezzo al bosco come una scappatella estiva.

Ma perché proprio alla fine Philip capitola e si sposa? Sceglie Sally, così si chiama la ragazza, perché è l’unica a non avere pretese nei suoi confronti, a non forzarlo nelle decisioni, a prendere quei due soli rapporti sessuali come una cosa normalissima, come andare insieme a funghi. Insomma, Sally è l’unica a comportarsi senza usare il cervello e ad assecondare Philip in tutto.

Poteva esserci al posto di Sally Mildred, la cameriera bruttina e ignorante, ma questa nel lungo tira e molla con Philip cerca sempre di imporsi a lui e di non ascoltarlo quando questi la vuole reintrodurre sulla retta e pia via della rispettabilità.

Quindi la donna per Maugham non deve pensare, parlare e tanto meno avere opinioni.

Che bella visione di noi ha questo scrittore...!

Come considerazione conclusiva direi che nel complesso il romanzo è estremamente prolisso e raramente interessante; con un protagonista così arrivare alla fine è difficile e prosegui nella lettura solo per sapere quali altre sfighe gli capiteranno così da poter infierire ancora di più su di lui.

Una nota al titolo tradotto del romanzo: “Schiavo d’amore” non è proprio esatto, perché l’originale “Of human bondage” si riferisce, come giusto, a tutte le schiavitù dell’uomo e non solo a quella dell’amore, tanto che Philip è schiavo di tutto - dell’arrivismo, dei soldi, del sentirsi superiore, della spacconeria - fuorché proprio dell’amore, di cui lui parla ma in termini ben diversi che di amore vero e sincero.

7/10

P.s.: comunque, continuerò a leggere i libri di Maugham, è un autore che vale la pena approfondire!