Ibuse
Masuji
Marsilio,
19 €
L’avevo
tenuto per tanto tempo nella libreria, questo libro, senza avere il coraggio di
iniziarlo perché tutti i commenti che ne avevo letto lo descrivevano come
atroce e crudo. E io all’epoca non volevo avere incubi la notte... trovato il
momento giusto, scopro in realtà che il romanzo - che ripercorre la vita di
Shigematsu, sua moglie e la loro nipote Yasuko negli attimi e nei mesi appena
successivi allo scoppio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto del 1945 –
si concentra soprattutto, dopo una prima parte introduttiva, su com’era
l’organizzazione della vita quotidiana (impensabile per me instituire di nuovo
un assetto di normalità ma i giapponesi ci riescono, eccome!) e sui i soccorsi
ai sopravvissuti.
Non
c’è spazio per momenti di commozione, solo freddezza anche nel raccontare di aspetti
difficilissimi di quei giorni, come la vista improvvisa di corpi mutilati,
bruciati o in fin di vita...
Ma
proprio per il distacco con cui è condotta la narrazione, la cosa che mi ha
impressionato tantissimo è stata leggere, con il solito tono controllato, tutta
la prima parte del racconto in cui, da vari punti di vista e varie
testimonianze, viene descritta l’enorme nube nera che sovrastava la città
subito dopo lo scoppio della bomba... terrificante...
Mi
è stata poi molto d’aiuto, per entrare in “sintonia” con lo stile narrativo e
l’intento morale dell’autore, leggere l’introduzione al romanzo. Solitamente
leggo sempre dopo le introduzioni – spiegano sempre troppo! – ma in questo caso
è doveroso leggere le due sezioni in sequenza, per capire meglio il perché di
certe scelte narrative, ecc...
Vi
consiglio la lettura di questo libro, magari proprio nei giorni antecedenti al
6 agosto. Sarà un modo per commemorare le 166.000 vittime di Hiroshima.
8/10