domenica 27 febbraio 2011

Letture di gennaio




La valle dei cavalli - Le pianure del passaggio - Focolari di pietra (Ciclo Figli della Terra)
Jean M. Auel
Tutti i romanzi sono editi da Tea

Ero rimasta tutto sommato soddisfatta dalla lettura di “Ayla figlia della Terra”, il romanzo che apre questa saga ambientata all’epoca della Preistoria, leggendo (o cercando di leggere...) però i successivi mi sono trovata di fronte a racconti che definire deludenti è poco.
Si continua con gli approfondimenti di carattere paleontologico, l’unica cosa forse riuscita della serie, ma le descrizioni di paesaggi, flora e fauna sono talmente prolisse da appesantire tutta la narrazione e prendono il sopravvento anche su quel minimo di azione nella vicenda; l’introduzione poi del personaggio maschile nelle esperienze di Ayla è uno stupidissimo stratagemma per aggiungere alla narrazione anche l’aspetto erotico scadendo nelle banalità da romanzetto Harmony. Ayla infatti incontra Giondalar, un suo simile - una sottospecie di Ken il Guerriero (ricordiamoci sempre che lei è la sosia di Barbie) - in cerca come la ragazza di un suo posto nel mondo; insieme scoprono tra le tante cose anche come addomesticare gli animali e domare i cavalli, ma è inevitabile che scoprano pure come si fa una fellatio, come ci si eccita guardando dei mammut in amore e le prime posizioni del Kamasutra... eh, già.


4/10


P.s.: non ho letto “Gli eletti di Mut” che si colloca circa a metà della serie. Non credo proprio sia di vitale importanza...






Blankets
Craig Thompson
Coconino Press, 29 €

“Blankets” è un fumetto semi-autobiografico che racconta attraverso il punto di vista del protagonista/autore gli anni dall’infanzia fino alla scoperta del primo amore da adolescente.
Nei primi capitoli attraverso flash-back il quadro che si viene a delineare della vita di Craig non è fra i più esaltanti, con una madre votata alla religione e al rigore morale, un padre manesco e in generale un clima bigotto e restrittivo; a scuola Craig e suo fratello minore hanno problemi a relazionarsi con i compagni, i professori sono visti come degli orchi diabolici e le uniche ore passate da soli insieme, tra giochi di bambini, la passione per il disegno e il contatto con la natura, sembrano portare un po’ di distensione in quel clima decisamente deprimente.
Oltre all’ambiente famigliare e scolastico Craig, quasi costretto, frequenta l’ambiente parrocchiale con incontri di catechismo e settimane bianche per adolescenti organizzate dalla comunità cristiana. Palese è l’atmosfera piena di concetti liturgici applicati alla vita quotidiana dai quali pure io da bambina (come anche la maggior parte di voi, credo) sono stata bersagliata e ai quali Craig si abbandona in parte subendoli (classico quindi il voto di castità e manco una seghetta a scaricare la tensione di quesiti esistenziali pesanti come mattoni) e in parte trovandovi appoggio morale nei momenti bui: i compagni gli danno del frocio, dello sfigato e lui pensa che è comunque solo di passaggio su questa terra e che arriverà il momento in cui volerà in cielo nella felicità eterna.
Ma è proprio grazie all’ambiente religioso che incontra Raina, la ragazza che diventerà la sua prima fidanzata, un amore idilliaco e corrisposto che spinge i due giovani a passare qualche settimana di vacanza a casa di lei nel Wisconsin. Ben presto (“ben presto”, oddio... tra l’arrivo e la partenza passano appena DUE SETTIMANE...) Raina e Craig si trovano a dividere il loro tempo insieme tra i fratelli affetti da handicap di lei, i genitori sul punto di divorziare e una sorella maggiore neo-mamma priva di qualsiasi tipo di istinto materno nei confronti della figlioletta e dedita ad una vita di sperpero e divertimento con il marito idiota. I due ragazzi così sono anche condizionati nella loro relazione da ciò che li circonda e finiscono dopo qualcosa come tre giorni a fare discorsi di “routine di coppia”, abitudini e incomprensioni. Non male per due che di anni ne hanno appena diciassette!
I quattordici giorni passano in fretta, lui torna a casa - dopo una bellissima sequenza d’amore, la parte assolutamente meglio riuscita di tutto il libro - e, come era già prevedibile, la relazione appena nata si esaurisce per via della lontananza.
Lui poi cresce, fa pace con se stesso e con il suo passato, grazie anche all’esperimento catartico della stesura di questo graphic-novel; ma io sinceramente di pathos per il protagonista e per le sue vicende sentimentali/famigliari non ne ho provato, mi sono accorta che ero molto più attirata dalla bellezza e dalla forza visiva dei disegni che del racconto in sé, che ho trovato, come dire... una lunga sega mentale: sul rapporto con i genitori, sulla rivalità col fratello, sul ruolo della religione nella vita, sul sentimento che lo unisce a Raina, sul perché del loro distacco... e mi sono ricordata che è il contrario di quello che mi era successo con “Fun home” di Alison Bechdel, dove dei disegni scarsini facevano da accompagnamento a una capacità narrativa “scritta” decisamente migliore. Ma sto divagando, quindi chiudo qui il commento.


7/10





Counting my chickens... - And other home thoughts
Deborah Devonshire
Long Barn Books, 12.99 £

Deborah Devonshire (nata nel 1920) è Duchessa della contea del Devon nel sud-ovest dell’Inghilterra, ma la sua famiglia ha come base Chatsworth la bellissima tenuta situata nella contea del Derbyshire e aperta al pubblico tutto l’anno.
Deborah e le sorelle sono molto famose in Inghilterra perché autrici di numerosi romanzi autobiografici che hanno fatto conoscere al popolo britannico aneddoti e curiosità sulla loro vita e hanno sottolineato l’aspetto umano e la semplicità del loro modo di vivere.
In Inghilterra queste persone nate in casate importanti (la “gentry”) sono molto considerate ed è quasi impensabile trovare lo stesso entusiasmo e appoggio della “gente comune” qui in Italia per persone di pari levatura sociale...! E’ un po’ un mondo a parte per me e questo romanzo (composto da diversi articoli scritti da Deborah per riviste e quotidiani inglesi, lettere personali e stralci di diari) mette proprio in evidenza il perché gli inglesi ammirino così tanto i duchi, i conti, ecc... del loro paese: Deborah espone i suoi pensieri e le sue opinioni su argomenti disparati, dai libri all’economia, dalla politica al giardinaggio, fino alle amate galline (fin da bambine lei e le sue sorelle si sono sempre impegnate con l’allevamento di pollame nella tenuta in cui hanno vissuto da nubili, proseguendo poi anche da sposate); ne esce una persona umanissima che non tollera le ostentazioni di ricchezza, la pretenziosità, agli abiti firmati preferisce quelli dei grandi magazzini, e che racconta aneddoti della sua lunghissima vita con semplicità e un’ironia contagiante facendo il punto su come si viveva tanti anni fa e come l’esistenza sia cambiata ai giorni nostri.
E’ stata una lettura inusuale e molto piacevole, ve la consiglio per passare del tempo divertendosi e nel frattempo “improve your English”. ;-)



8/10



Leggere - Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi
Corrado Augias
Mondadori, 12 €

Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi? Bella domanda che pensavo avesse una risposta in questo saggetto (molto -etto) a cui fa pure da sottotitolo. In realtà è un excursus che va a 280 km/h dal come e perché si inizia a leggere fino alla distinzione tra i vari generi letterari, in mezzo ai quali si citano ad esempio molti titoli della letteratura mondiale e si spiega l’etimologia di vari neologismi coniati nel mondo letterario (ce ne sono diversi, ma chissà perché ricordo solo quello sul “bordello”).
E siccome si parla molto (troppo) di come Augias si sia avvicinato al mondo della lettura e di cosa abbia letto LUI negli anni, il saggio quindi è solo una divagazione autobiografica.
Ma a dargli un voto basso non me la sento, tutto sommato è ben scritto e poi è pur sempre AUGIAS.


7/10