venerdì 16 dicembre 2011

Raphael Gualazzi | Artemisia Gentileschi

Lunedì sera sono stata al Teatro degli Arcimboldi di Milano per vedere il concerto di Raphael Gualazzi.
Posti tutti esauriti e tanto entusiasmo per vedere suonare e cantare dal vivo questo artista diventato noto grazie alla vittoria all’ultimo San Remo. Noi eravamo seduti in prima galleria, dove c’era anche qualche bambino con la mamma e il papà, ma soprattutto tante coppie di svariate età.
L’inizio del concerto è stato un po’ sotto tono, forse per via della timidezza di Gualazzi di cui si parla spesso, poi però devo dire che è stato un trionfo. Io ho solo il suo secondo album, quindi tutte le canzoni incise
prima erano nuove per me, ma mi sono strapiaciute anche quelle; sono musiche che ti trascinano e divertono, ed eseguite perfettamente sia da Raphael (vedere dal vivo quali virtuosismi faceva con le dita sul pianoforte è stato impressionante) che dai musicisti che lo accompagnavano (bravissimi il batterista e il trombettista!).





E’ stato un concerto fatto da veri professionisti, visivamente bello anche da guardare per la cura e la scelta fatta sulle luci che illuminavano il palco e cambiavano colore in base alle melodie.
E alla fine dell’esibizione metà teatro si è alzato in piedi, io no restando tra quelli rimasti seduti che (e l’avrete capito) hanno comunque applaudito calorosamente. Voglio dire, Gualazzi ha appena 30 anni ed è all’inizio della carriera, per concedergli una “standing-ovation” aspetterei ancora un po’.
Unico appunto, il mancato secondo bis: nonostante i quasi dieci minuti di richiami “fischiati” dalle due gallerie (e, prima, l’alzata in piedi di mezzo teatro) Raphael e i suoi musicisti non sono tornati sul palco.
Comunque al prossimo tour tornerò a vederlo.

Il giorno prima invece (domenica) di mattina siamo andati in compagnia a vedere, sempre a Milano, la mostra su Artemisia Gentileschi a Palazzo Reale.
Di questa pittrice avevo solo letto il librettino monografico della Giunti (quelli sottili come sottilette ma abbastanza grandi per vedere un po’ meglio i dipinti), e mi aveva interessata soprattutto per le sue vicende personali. Fu violentata, diciottenne, da un giovane amico del padre e da quel momento i soggetti dei suoi quadri si concentrarono su rappresentazioni di rivincita della donna sull’uomo: lui, indifeso nonostante la gigantesca mole, soccombe alla forza impassibile, fredda di lei aiutata a volte da una seconda donna, simbolo di solidarietà femminile. Ma supera il momento e diventa pittrice di professione, richiestissima anche al di fuori dell’Italia, in un campo artistico all’epoca prettamente maschile (maschilista?).

I dettagli dei suoi quadri sono di una precisione certosina, viene ricreata l’opulenza del ‘600, tra gioielli, pizzi, vestiti pregiati.
Ma il quadro che più mi ha colpita è stato la prima versione della “
Madonna con bambino”. Pensavo di trovarne al book-shop una riproduzione, ma era chiedere troppo!
Costo del biglietto 9 (rimortacci!) euro, per un allestimento poco curato, con alcune sale troppo buie e praticamente tutti i quadri illuminati malamente.
Noto che ultimamente a Palazzo Reale gli va un po’ male coi commenti dei visitatori, per dirne una recentemente ci sono state critiche per la scelta fatta su cosa esporre alla mostra di Cézanne tuttora in corso: quadri poco conosciuti e nessuna traccia dei famosissimi dipinti di questo pittore che uno si aspetterebbe di trovare in una sua mostra monografica.

Prima di prendere il treno per tornare a casa ci siamo fermati a mangiare
qui. Un’abbuffata che non vi dico, e pure economica.

mercoledì 7 dicembre 2011

Letture di ottobre (2/2)

The book thief
Markus Zusak
Black Swan, me l’ha prestato mia zia, su Amazon costa circa 7 €

Ne hanno parlato in ogni dove, è stato un caso letterario anche in Italia sotto il titolo (tradotto presumo a caso con “Google Translate” dagli editori) “La bambina che salvava i libri”, ma è davvero un testo così pregevole e superbamente commovente come il 90% dei lettori l’ha definito?
Dal canto mio l’ho trovato - almeno leggendolo in lingua originale - interessante nelle prime 30-40 pagine, d'altronde è l’inizio della storia e trovarsi la Morte come narratrice è accattivante, però poi la narrazione si spersonalizza sempre più nonostante il gruppo di personaggi protagonisti cresca ed evolva di fronte a fatti decisivi e psicologicamente provanti come quelli dell’affermarsi del nazismo in Germania. Dico “si spersonalizza” perché questa Morte sembra stare a raccontare gli ingredienti dell’etichetta dello Svelto al gusto limone per lavare i piatti: prendiamo ad esempio il personaggio protagonista di Liesel, lei ha 9 anni all’inizio della storia, viene strappata alle sue radici, spedita lontano e in un clima di oppressione politica e culturale diventa un’adolescente, impara ad amare i genitori adottivi, a leggere e a farsi capire in una lingua fino a quel momento a lei sconosciuta, conosce l’affetto, l’amicizia, ma tutto questo la Morte mica te lo scrive con empatia, no, solo con asettica didascalia. Se fosse stata Liesel stessa a raccontare della sua vita ci sarebbero state più possibilità di approfondire l’aspetto psicologico.
Così io di pathos non ne ho provato a parte, come detto, nelle pagine iniziali che sono davvero scritte bene; poi non so cosa gli è preso a Zusak, ma il resto della storia è lento, privo di capacità narrativa e più che romanzo per adulti questo è pura “juvenile fiction”. Semplice-semplice e soooooo booooring....

6/10

Nella roba da restituire in biblioteca ho scoperto che tra le letture di ottobre mancava un libro! “La lettrice” di Raymond Jean [Biblioteca del Vascello, 7.75 €]:

se me l’ero dimenticato c’è un perché, infatti nemmeno questa lettura mi ha entusiasmata e l’avevo rimossa. E’ il racconto in prima persona dell’esperienza di Marie-Costance, burrosa disoccupata con una vita tutto sommato agiata, come “lettrice a domicilio”, una professione che dovrebbe darle oltre che soddisfazione personale (le è sempre piaciuto leggere a voce alta) anche un afflato filantropico (potrà allietare quelle ore di tedio degli infermi, delle persone sole, ecc.).
La sua nuova occupazione la porterà a conocere strani personaggi (sì, le definirei così, non sono esattamente “persone”), ognuno con le sue manie, che col trascorrere dei mesi e delle letture la utilizzeranno a loro piacimento per soddisfare bizzarre fantasie incappando anche in imbarazzanti disavventure.
Il tutto con una ripetitività piatta, e con Marie-Costance che, nonostante la sua variegata Cultura, definirei un po’ troppo leziosa e anche cretinetta...
Poi solo per il fatto che dell’amore per la lettura non se ne parla - Marie-Costance alla fine legge solo perché pagata! - non è che questo renda il libro piacevole, ma solo un racconto economico-centrico.
Leggere è un lavoro, non una passione.

5/10

sabato 3 dicembre 2011

Nuovo inizio

Così ho chiuso il mio vecchio blog (isabelletostin.splinder.com) che rimarrà comunque visibile fino al 31 gennaio 2012:

"A gennaio Splinder chiuderà il server e tutti i blog verranno cancellati.
Io, volendo continuare questa esperienza divertente del blog, ho spostato l’intero archivio su un nuovo sito:


http://culturavanvera.blogspot.com/

siccome l’ho fatto in maniera “casalinga” (non capendoci nulla di file xml, esportazione del blog, ecc...) sono riuscita a trasferire tutto ma senza i commenti, che quindi si sono persi.
Pazienza! Quello che mi premeva era mantenere nel web tutto quello che ho scritto (mentre avevo già una copia di tutti i post sul mio pc, salvati in Word).
Stessa cosa per l’altro blog, quello di cucito, che è stato inglobato nell’archivio del nuovo indirizzo. Non avevo più voglia di gestire due blog separati, così trovo tutto più semplice. Stessa precisazione: ho trasportato l’archivio di As You Sew It perdendo anche di lui i commenti.
Bene, vi aspetto allora nel nuovo blog!"