venerdì 23 settembre 2011

Letture di settembre (1/3)

Mentre un satellite della Nasa sta per precipitare sul nord Italia, vi aggiorno con la prima parte delle letture di settembre (è che non ho ancora scritto quelle di agosto).




Come si bacia un serpente
Robyn Scott
Guanda, 18.50 €

Questo libro autobiografico l’ho scoperto per caso leggendo il blog Il coltello di Banjas, mi aveva incuriosito per la presenza del tema “homeschooling”, che ultimamente sta sempre più prendendo piede anche in Italia.
E’ un metodo di insegnamento rivolto ai bambini di tutte le età che prevede la frequenza di lezioni svolte a casa avendo di solito come insegnante uno o entrambi i genitori, ed è un vero e proprio corso di studi che sostituisce completamente quello tradizionale delle scuole pubbliche/private.
Robyn Scott infatti, insieme ai due fratelli più piccoli, viene istruita a casa dalla madre fino all’adolescenza quando Robyn stessa volontariamente sceglie di intraprendere una formazione scolastica classica in un istituto pubblico.
Ma tutto questo avviene non in Europa bensì in Botswana, e la particolarità del racconto sta proprio nell’ambiente in cui la famiglia Scott vive: il padre è un medico che dopo vario peregrinare tra Inghilterra e Nuova Zelanda sceglie di stabilirsi ai confini col Sudafrica dove rileva una serie di ambulatori; lì nel paesaggio lunare e rovente del Botswana i tre figli di età compresa tra i sette e i tre anni crescono seguiti da una madre appassionata di omeopatia e vegetarianismo, seguono divertentissime lezioni strutturate bizzarramente, conoscono il razzismo (dai bianchi verso i batswana, ma anche dagli stessi bianchi verso di loro perché visti con scetticismo avendo scelto di vivere ai margini della loro sofisticata e consumistica middle-class), il diffondersi dell’Aids con la lotta continua tra scienza e credenze popolari miste a stregoneria e fanno incontri ravvicinati con coccodrilli, serpenti (anche velenosi), insetti e la vegetazione insidiosa.
E’ un racconto molto bello ma ha il difetto di essere eccessivamente prolisso e che in 526 pagine non segue esattamente un filo logico tra i ricordi di bambina dell’autrice, e alla fine risulta essere un miscuglio di fatti... anche noiosi.
Però mi è molto servito leggere come i genitori di Robyn avessero scelto di vivere e crescere i propri figli, con il divieto di avere in casa una tv, l’”obbligo” di passare più tempo possibile all’aria aperta facendo scuola anche durante una gita fuori porta, di essere creativi, di sperimentare in prima persona, di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo allontanando così la noia e la routine, di non imporre a nessuno dei tre figli una religione o un culto specifico ma di lasciare che loro stessi crescendo capissero a quale credo eventualmente affidarsi, di mettersi alla prova con tentativi di auto-produzione (nel caso di Robyn allevare e vendere uova di galline da batteria salvate in extremis) e in sostanza di non cedere allo spreco di denaro e al consumismo.
In questo senso è un libro che vale la pena leggere, nonostante la scarsa abilità dell’autrice di scrivere.

6½/10

domenica 18 settembre 2011

Letture di luglio

Tigre, tigre
Margaux Fragoso
Mondadori, 20 €

Mai mi sarei aspettata un libro così devastante... è la storia autobiografica del rapporto tra l’autrice e l’uomo che per anni l'ha tenuta legata a se costringendola a un rapporto di pedofilia.
Margaux ha sette anni quando fa amicizia in piscina con un adulto di 51 anni, anche lui lì con i due figliocci per divertimento.
Assecondata da una madre instabile Margaux inizia a frequentare assiduamente Peter nella casa di lui: lei è piccola, sola, il padre padrone è violento, alcolizzato, la madre è psicotica ed incapace di crescerla; si attacca così a Peter e al mondo che le costruisce intorno, fatto di attenzioni, carezze, disponibilità, confidenze.
Gli anni passano, Peter e Margaux restano legati in una malsana relazione che prende sempre più i contorni di una coercizione psicologica attuata da un uomo malato, recidivo, che ha capito fin dal loro primo incontro le debolezze dei genitori di lei e come fare per sopperire a quelle mancanze trascinando così con l’astuzia in un gorgo di perversione una bambina che cercava solo affetto.
Ed è faticoso leggere come Margaux riveli che nonostante, crescendo, diventi consapevole del potere dell’uomo su di lei, lei finisca comunque per preferirlo a una quotidianità con genitori che ritiene peggiori di lui. E il circolo vizioso continua.


agghiacciante




Mantova. City Book
Guide Mondadori, 9.90 €

A luglio sono stata con Luca per un fine settimana a Mantova, avevo già messo qui a suo tempo le foto. ;)
In questa mini-guida c'è tutto il minimo da vedere e scoprire a Mantova (è talmente sottile e leggera che tenerla nella tasca dei pantaloni non dà fastidio), purtroppo ha una GROSSISSIMA pecca: la cartina della città, divisa in più pagine, continua nel foglio successivo senza avere un raccordo, una ripetizione della tavola precedente (spero di essermi spiegata bene...) così è un po' difficile seguirla. Per fortuna in albergo ci hanno dato una grossa cartina distribuita ai turisti dalla pro-loco.


5/10





Come conigli
Ralf König
Dalai Editore, 16.50 €

Non mi ricordo nemmeno perché mi ero segnata “Come conigli” tra i libri da leggere (vedi: prendere in biblioteca), ma qua si sa che si fa tutto un po’ a caso, tant’è che appena ne ho iniziata la lettura mi è subito saltata all’occhio la... bruttezza dei disegni, che mi ricordano un po’ le Sturmtruppen o le strisce ospiti su Lupo Alberto di tanti anni fa.
Però è un fumetto divertente e la storia prosegue con sottile ironia: Horst è eterosessuale, Sigi è gay, sono vicini di casa e le diversissime vite di entrambi li faranno avvicinare instaurando una profonda amicizia; i due si aiuteranno nelle sfighe sentimentali e sessuali (tutta la storia praticamente ruota attorno a questo aspetto della vita) e ad avere nell’altro un confidente nei casi disperati, mentre pian piano si delinea una critica bonaria alla collettività omosessuale per la sua smisurata disinibizione mentre dall’altra agli eterosessuali viene messo in discussione il loro essere troppo “repressi” dalla società.
Un analisi critica che comunque non è mai eccessiva, ma anzi mette in evidenza il tutto con un umorismo molto intelligente, tutti vengono presi di mira, non importa quali siano le tendenze sessuali.
E altro punto a favore di questo graphic-novel è la presenza di riferimenti sessuali espliciti che però non scadono mai nel volgare, quindi lo consiglio un po’ a tutti anche agli schifiltosi del genere “queer”.


7½/10

mercoledì 14 settembre 2011

Letture di giugno (2/2)



Tess dei D’Urberville
Thomas Hardy
Bur, 7.40 € [acquistato per 5 €]

Questo è tra i libri che più amo, l’ho riletto tante volte e l’ultima, questa, è anche per via della recente edizione della Bur con quella bella copertina su Stonehenge che non ho resistito dal prendere.
Come la maggior parte dei romanzi di Hardy non è una lettura facile, si trattano temi forti e soprattutto in questo caso l’elemento scatenante di tutta la tragedia della povera e disgraziata protagonista non verrà mai chiamato col suo nome, perché troppo “tabù” anche per l’epoca (1891): lo stupro.
Nell’ambiente rurale di fine Ottocento Tess, appena sedicenne, spinta da genitori poco concreti e attratti solo dall’idea di farle fare un matrimonio che li renderà ricchi, viene mandata a lavorare nella villa di un’anziana signora che vive lì con Alec, il giovane figlio. Il ragazzo, colpito dal candore virginale, dalla bellezza e dalla purezza incorrotta di Tess, finirà per sedurla e farne il suo oggetto sessuale.
Da quel momento in poi il racconto è un’escalation di tragedie che vedono l’apice con l’incontro, bellissimo ma fatale, tra Tess e il colto ed educato Angel. Si amano ma l’eccessiva debolezza e reticenza di lei contro un’ottusità troppo maschilista di lui, non aiuteranno la coppia a vivere serenamente. Fino all’arrivo del tragico ma anche liberatorio finale.
A dispetto di altri titoli di Hardy dove le protagoniste femminili agiscono attivamente (riuscendoci anche) per migliorare le restrizioni di vita a cui devono far fronte, Tess come ho detto più sopra non incarna totalmente quel genere di personaggio: pur non essendo fragile psicologicamente si lascia comunque trascinare dagli eventi e soprattutto dalla società, che con le sue credenze e le limitatezze segue il suo agire facendola sbagliare. Ma è anche un modo per Hardy di sottolineare come il vittorianesimo dell’epoca marcasse a vita persone che in realtà non erano altro che povere vittime. Tess, come da sottotitolo originale, è infatti fino alla fine del romanzo una pure woman.
E’ un romanzo crudo ma anche suggestivo, a far da contorno c’è anche l’elemento della natura, che scandisce la vita e il lavoro di campagna (Tess si sposta da una zona agricola all’altra in cerca di lavoro in base al tipo di stagione) e incanta con descrizioni di paesaggi creando quadretti bucolici attorno all’amore che sboccia pian piano tra Tess ed Angel.


10/10

domenica 4 settembre 2011

Libri e non


Dovrei mettermi in pari con le recensioni delle letture degli ultimi mesi saltati (e FORSE anche con quelle dei film visti, che sono fermi dal 2010!), però volevo prima fare un post con le cose, ricevute in regalo o comprate, delle ultime settimane che mi piacciono particolarmente.




I miei zii sono tornati dall’Inghilterra e mi hanno portato: questa scatola di latta “di biscotti a forma di biscotto” [ebbene sì, colleziono anche le scatole di latta, spesso le uso per riporre il materiale da cucito e da ricamo, ma ne ho tante così capita che le tenga solo di bellezza] i biscottini sono molto dolci, perfetti da mangiare con un tè amaro come ad esempio il Breakfast Tea che non riesco mai a bere da solo.




“Tzili” di Aharon Appelfeld e “Man and wife” di Wilkie Collins,




e questa bottiglia “vintage” (a destra) trovata nella cantina della mamma di mia zia mentre facevano ordine, mi piacciono le scritte in rilievo




ma mia zia non si ricorda dove veniva venduta e cosa contenesse, forse un medicinale? La bottiglia del latte da ½ litro invece era di mia nonna Lina e me l’ha regalata la scorsa estate dopo averla trovata mentre a casa sistemavamo uno sgabuzzino. Mi ha raccontato che ne aveva anche una da 1 litro ma che si era rotta mentre lei con mio nonno e mia mamma piccola traslocavano nella casa in cui tanti anni dopo sono cresciuta anch’io.




La scatola porta tè era da un po’ che la cercavo, ma le trovavo sempre troppo grosse. Questa che ho trovato mentre non ci pensavo più a cercarla è talmente piccola




che le bustine le si devono riporre al contrario, per il lato lungo. Perfetta e non ingombrante!




Ieri mattina sono stata con Luca a fare colazione e poi a passeggiare per le vie del centro del grosso paese qui vicino. In un negozio che vende un po’ di tutto per la casa ho trovato una scatolina con divisori




che userò per sistemare le spolette della macchina da cucire che in quella che ho già non ci stanno. Ne ho presa anche una da regalare a mia sorella, idem il quadernino azzurro col gatto, l'altro è per me. ;)




Una borsetta nuova (la prima che compro dopo tre anni, non sono una a cui piace spendere in shopping) da usare da questo autunno, anzi, da subito. La cercavo marrone, ma grigio talpa “lega” di meno con i miei cappotti (me ne sono cucita diversi e tutti tendono al marrone, ma quando compro gli scampoli di stoffa mica mi accorgo!). Mi piacciono le borse della Kipling, ne ho una beige da usare in estate che mi ha regalato Luca tanti anni fa (cinque o sei), è indistruttibile e molto pratica anche perché la si può lavare in lavatrice. Questa no però, la si può pulire solo con un panno umido, pazienza. Ah, l’orango (scimmia?) lo stacco... è l’unica cosa che non mi piace di questa marca.




Ultima cosa, una sporta gigante che ho comprato ad Aosta per circa 10 € nel fine settimana di Ferragosto. Con quel logo ho già un porta penne di latta, ma quando si tratta di gatti non resisto!



giovedì 1 settembre 2011

Sportine richiudibili

Mi hanno chiesto due borse che si potessero ripiegare e chiudere su se stesse, siccome - e l’avrete capito - per i lavori creativi fatti su commissione e anche per me, mi ispiro e copio da giornali, da internet, ecc., per queste sportine ho trovato, spulciando tra la caterva di riviste di cucito mie e di mia sorella, il modello che ho alla fine usato: è tratto da un vecchio numero di “Le idee di Susanna” (n. 182 del settembre 2004).




Per far combaciare le righe, che nello scampolo di stoffa erano orizzontali, ho fatto una veloce imbastitura. Ormai imbastisco solo quando mi cucio i vestiti, per tutto il resto basta qualche spillo (in orizzontale e a cavallo del margine di cucitura così l'ago e il piedino ci passano sopra) a tenere ferma la stoffa e passo subito a cucire a macchina, in questo caso ho preferito non usare solo gli spilli perché avevo paura che la stoffa si muovesse anche solo leggermente sotto al piedino e le righe non sarebbero state più a pari.

Ecco la prima borsa - per l'interno della tasca ho usato una stoffa a tinta unita, così quando si rivolta il tutto la stoffa che si troverà a vista sarà come la borsa:




E questa è la seconda - tasca all'esterno tinta unita, all'interno a righe:



kkoook
S', insomm Sì, oinsoSìsf,ggggkkoook


Sì insomma, facevo prima a dire che le stoffe sono abbinate in maniera speculare!
Altri dettagli: