mercoledì 21 ottobre 2009

Wong Kar-Wai

In the mood for love

Wong Kar-Wai, 2000

Hong Kong, 1962. Su Li-zen (lei) e Cho Mo-wan (lui) sono vicini di casa; essendo i rispettivi coniugi molto “impegnati” per lavoro i due, spesso soli e abbandonati nel triste caseggiato in cui vivono, finiscono per stringere una delicata amicizia.

Attraverso continue ripetizioni musicali, d’inquadratura e di battute si arriva al colpo di scena rivelatore che farà beffe della candida ingenuità di entrambi.

Una storia poetica, sì, ma leeeeenta. Tuttavia lo rivedrei seduta stante per ri-osservare dal primo all’ultimo i meravigliosi cheongsam indossati dalla protagonista femminile.

6/10

2046

Wong Kar-Wai, 2004

Ho fatto partire il dvd e ho perso la pazienza dopo 35 minuti.

Se cercavate un commento del film non chiedetelo a me.

n. c.

As tears go by (Mongkok Carmen)
Wong Kar-Wai, 1988

Ah Wah (l’unico cinese figo in tutta la Cina, credo) è un piccolo malavitoso di provincia combattuto tra il mantenere la sua dignità di balordo e il cambiare vita totalmente. L’improbabile arrivo del personaggio femminile, una sua cugina alla lontana (!), mette ulteriormente in crisi Ah Wah.

Le cose si complicano maggiormente quando i due si scoprono innamorati e, nel frattempo, un amico di Ah Wah, teppistello alle prime armi, riesce a far incazzare di brutto una banda rivale.

A pestaggi, risse e attentati in punta di coltello viene contrapposto l’amore tra i due giovani innamorati, ma chi vincerà tra il mondo della malavita e quello roseo di una vita insieme?

Film bellissimo, lirico e commovente, qui Wong Kar-Wai ha dato il meglio arrabattandosi con evidenti carenze nella fotografia e nella direzione delle scene di pestaggio di massa. Ma cosa gli è successo dopo, con la fama e le nuove tecnologie cinematografiche? E perché i film che ha girato poi li ho trovati tutti brutti???

8/10

giovedì 15 ottobre 2009

Rieccoli

Da mesi non scrivo dei film che ho visto, ho perso un po’ di interesse nel farlo ma la voglia di andare al cinema no, quella non mi passerà mai! Così la lista del 2009 nel frattempo si è allungata parecchio.

Sono in vena però di riordinare le impressioni su quello o quell’altro film e senza impegnarmi (ma l’ho mai fatto prima? ah ah!) ho scritto brevissimi commentini riguardo le pellicole di cui non mai ho parlato.

Ecco, per i prossimi mesi qui si parlerà di cinema solo nel modo seguente:

Parigi (Paris)

Cédric Klapisch, 2008

Un film corale dove tutti si incontrano per caso in una Parigi celebrata in scontatissime sequenze da cartolina. Si infiltra anche un’orribile scena girata in 3D e un’atmosfera malinconica e un po’ stantia (il solito cliché dei parigini un po’ mesti) che ovviamente non sempre porta a lieto fine le numerose storie incrociate. Il film si salva sulla sufficienza solo perché mette ad accompagnamento il brano “Gnossiennes n. 3” di Eric Satie.

6/10

Racconti da Stoccolma (När mörkret faller)

Anders Nilsson, 2006

Anche qui ci sono delle storie che si intrecciano, ma sono storie di violenza e soprusi sulle donne e, in secondo luogo, una vicenda thriller che ha per protagonista un uomo coinvolto in un episodio di malavita.

Ovviamente la parte che più è interessante vedere è quella incentrata sulle vicende di due donne - una giovane ragazza mediorientale e una madre in carriera - osteggiate in tutto e per tutto dai rispettivi uomini di famiglia. La prima si trova costretta a fuggire di casa perché troppo emancipata per le regole, gli usi e i costumi arabi e nemmeno l’intercessione della sorella minore servirà a sistemare le cose; la seconda invece è ostacolata nell’ascesa carrieristica da un marito violento e vittima (sicuramente) di qualche scompenso psichiatrico...

E’ un film molto crudo ma troppo classico nel suo modo di mettere in scena questo tipo di denuncie sociali e la durata totale del film così abnorme non mi spiega il perché di un finale affrettato e fin troppo lieto.

6/10

L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza (O ano em que meus pais saíram de férias)

Cao Hamburger, 2006

Credo sia fra i pochi ad aver trovato questo film veramente noioso, lungo e per niente leggero nei toni che avrebbero dovuto invece smorzare il triste argomento degli attivisti politici fatti sparire durante gli anni della dittatura brasiliana.

...

Il dubbio (Doubt)

John Patrick Shanley, 2008

Tratto da una pièce teatrale il film risente di un’ammorbante lentezza e di tempistica in scena troppo legata alle regole del palcoscenico (tanto valeva una simulazione alla “Dogville” di Lars Von Trier!); nonostante la bravura dei tre attori principali (Meryl Sreep in primis) la noia regna sovrana in un film il cui messaggio alla fine non è ben chiaro: il dubbio sull’effettiva colpevolezza del prete accusato di pedofilia rimane chiudendo quindi la storia in un nulla di fatto.

5/10

Inkheart - La leggenda di cuore d’inchiostro (Inkheart)

Iain Softely, 2008


Approvato a pieni voti il romanzo originale di Cornelia Funke, la sua trasposizione invece perde tutta la bellezza trasformandosi in un fantasy con effetti speciali a iosa, e in cui dell’amore per la lettura e l’istruzione praticamente ne rimane solo una traccia nascosta dietro sequenze che puntano esclusivamente al sensazionalismo. Nessun attore spicca particolarmente né per bravura né per, al massimo, impegno nella recitazione.

Insomma, puro intrattenimento per giovani menti. E io ormai ho già dato.

5/10