giovedì 30 aprile 2009

Belle anime porche

Belle anime porche

Francesca Ferrando

Kowalski, 12 €

Avete presente il programma “Pelle” che qualche tempo fa andava in onda su All Music? Diversi ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 anni e i 30+ venivano intervistati dall’autore del programma che non ho mai ben capito da dove li pescasse tutti (colloqui? selezioni? boh).

Le domande spaziavano da “parlami di te”, “che lavoro fai”, fino all’inevitabile argomentone “SeSsO”; e lì i ragazzi si sbizzarrivano.

Alla 199esima puntata ho realizzato che bene o male tutti gli intervistati accettavano di farsi riprendere perché avevano da promuovere qualcosa: chi faceva la escort (allarghiamo il giro di clienti...), chi aveva scritto un libro, chi aveva inciso un disco, chi aveva un’attività sartoriale, chi faceva la pittrice e così via.

Francesca Ferrando a metà intervista ha tirato fuori il famoso coniglio dal cilindro: il suo libro “Belle anime porche” e *taaaac* prosegue con la lettura recitata di un estratto del romanzo.

A distanza di un anno, o forse più, ho recuperato quel libro in biblioteca.

Con un lessico semplicissimo e colloquiale scritto sempre in prima persona, seguiamo il viaggio di formazione in forma diaristica di Terry Grisedu che parla come “Minchia Sabbry” della Litizzetto.

Non si ride però, perché dalla fuga da casa di Terry che si lascia alle spalle una famiglia disgregata e ai limiti della normalità - con una madre assente, un patrigno maniaco sessuale e un paio di fratelli sbandati - la ragazzina (ha soltanto 16 anni) sarà costretta a misurarsi con situazioni e persone più agghiaccianti di tutto quello che ha vissuto fino a quel momento.

Peregrinerà in diverse città senza nome, incontrerà barboni che le faranno scoprire per la prima volta il calore di una famiglia vera, scapperà da magnaccia violenti, frequenterà il mondo notturno delle stazioni popolato da gentaglia in cerca di sesso a pagamento, si innamorerà e affronterà tantissimi altri momenti, tra sereni e bui, prima di mettere la parola fine alle sue memorie.

Pur essendo un libro molto scorrevole quello che si finisce per leggere è un pugno nello stomaco di disgusto e disagio. Terry in alcuni punti della storia assomiglia moltissimo al personaggio Justine di De Sade, e molte delle avventure della prima coincidono con quelle della seconda.

Il sesso va da sé che è molto presente nella storia ma non è mai fatto per amore, è solo un momento violento di soddisfazione di istinti primordiali. Sentimenti come affetto, umanità, fratellanza, sono sempre velati da arrivismo, subdoli compromessi e cattiveria.

I personaggi che ruotano attorno a Terry coprono la totale casistica di soggetti facenti parte dell’umanità intera; quindi vicino a una donna buonissima e materna capita ovviamente di trovare l’uomo che compie gli atti più ributtanti del mondo.

Ed è tutto così realistico e vero che, con un po’ di schifo (quello citato prima), mi viene quasi da dire che (quanto basta) mi è piaciuto leggerlo. Proprio perché è vicinissimo alla realtà e, nel suo contenuto, attualissimo.

Non si sa ancora quando ma uscirà il film tratto dal libro che sarà diretto dalla stessa Francesca Ferrando.

7/10

domenica 19 aprile 2009

Kafka sulla spiaggia

Kafka sulla spiaggia

Murakami Haruki
Einaudi, 20 €

Con i romanzi di Murakami mi era andata sempre male (vedi: “Tokyo blues” e “L’uccello che girava le viti del mondo”), con i suoi personaggi che trovavo sempre sopra le righe o troppo intelligenti o troppo stupidi.

In questo “Kafka sulla spiaggia” il personaggio di Tamura Kafka, studente quindicenne maturo e impavido, già alla quinta pagina mi aveva dato da ripensare sul proseguire la lettura: Tamura è troppo piccolo per parlare, ragionare e agire in quel modo così adulto; lo trovavo fastidioso.

Ma i riferimenti sporadici ad una oscura profezia fatta al protagonista dal padre malvagio, e l’inquietante cronaca di uno strano avvenimento paranormale avvenuto sui monti nel 1944 ha completamente attirato la mia attenzione, e sebbene non succedesse poi molto nel corso del romanzo non mi sono mai stancata di leggerlo.

Al confine tra realtà e sogno Tamura, insieme a una serie di personaggi che gli fanno da spalla, viaggia alla ricerca delle sue origini cercando di fuggire dalle premonizioni profetiche del padre (una rivisitazione della storia di Edipo). Essendo tutta la vicenda basata su un continuo rimando alle atmosfere del sogno, in cui tutto può accadere, non sono mai stata sicurissima di stare leggendo una vicenda accaduta realmente o, al contrario, solo i voli onirici della mente di Tamura.

Certo è che farsi troppe domande con questo romanzo di Murakami è inutile... godetevi la bellezza dei personaggi, due su tutti quello del bibliotecario asessuato Ōshima - che per colpa della sua conformazione fisica è costretto a oscillare in eterno tra l’essere donna e il sentirsi uomo e viceversa - e quello del vecchio Nakata che, capace di parlare ai gatti, riesce a introdurre questi ultimi nella storia proprio come altrettanti personaggi attivi con discorsi e opinioni profonde.

Godetevi le citazioni filosofiche, letterarie e musicali; lasciatevi trasportare in un groviglio di storie che porteranno a un finale forse un po’ prevedibile ma in cui comunque restano degli elementi in sospeso. Forse che è in fin dei conti troppo complicato analizzare e svelare la mente e il sogno umano anche in un romanzo di finzione...?

Ho rivalutato completamente Murakami, bravissimo stratega a tenerti incollato alle pagine dandoti sempre pochissime informazioni per volta per capire qualcosa in più della storia.

P.s.: un plauso alla traduzione di Giorgio Amitrano!

8/10

giovedì 16 aprile 2009

Sto con la band

Sto con la band - Confessioni di una groupie

Pamela Des Barres

Le Navi, Castelvecchi, 16 €

Pamela Des Barres è famosa per essere stata la prima groupie in assoluto, e in questo suo primo libro pubblicato nel 1987 ripercorre la sua personale ascesa nel mondo del rock a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 a fianco di musicisti diventati poi le icone di quel periodo (Jim Morrison, Jimmy Page, Mick Jagger, Frank Zappa, Keith Moon, ecc.).

Di alcuni fu solo amica, di altri invece fu fidanzata temporanea o flirt di una notte; cantò in una band composta esclusivamente da groupie come lei, le GTO’s; si mantenne cucendo camicie in stile country per i famosi del momento; divenne attrice e poi giornalista; in ogni caso nelle sue memorie non c’è traccia di vanteria e boria, lei racconta la sua adolescenza e la crescita in quegli ambienti irriverenti con la leggerezza dei suoi sedici anni (che aveva nel 1964) e un po’ di umorismo. Si è aiutata nei ricordi con gli stralci dei suoi diari dell’epoca riportati nel libro in tantissimi episodi, ma forse sarebbe stato meglio non riportarli affatto perché ci si accorge palesemente di quanto il suo stile di scrittura non si sia evoluto per niente dai 16 anni d’età ai 40...

In sostanza sono 357 pagine - comprese di postfazioni delle postfazioni (‘na marea infinita e un poco inutile di appendici) - che si leggono in un paio di pomeriggi e dalle quali si ricava un excursus dell’epoca sessodrogaerock’n’roll abbastanza interessante: nel libro c’è tutto quello che si vuol sapere di quelle due decadi, dagli hippy, all’lsd ai concerti orgiastici agli aneddoti più stravaganti sulle rockstar del periodo.

Il già citato stile di scrittura però rovina un po’ la buona riuscita del libro e lo fa cadere ogni tanto nel romanzo rosa di una gioventù passata disseminata di sospiri e cuori infranti.

Comunque tanto di cappello a questa signora che oggi ha ormai sorpassato i 60 anni e che con queste confessioni è riuscita a togliere un po’ di quei pregiudizi che aleggiano ancora attorno alla parola “groupie”.

7/10

martedì 7 aprile 2009

Gli ultimi due film visti nel 2008

Il papà di Giovanna

Pupi Avati

Italia, 2008

Ambientazione usuale per Avati è anche in questo film quella dell’Italia degli anni ’30-’40, protagonista piccola gente alle prese con la quotidianità e le insoddisfazioni della vita.

Giovanna ha diciassette anni e incapace di crescere e prendersi le sue responsabilità, è costantemente protetta da suo padre Michele che insegna nello stesso liceo che lei frequenta.

Tra padre e figlia c’è chiaramente un rapporto morboso e quando la giovane si accorge di non essere la prima nelle attenzioni di un compagno di scuola di cui è innamorata, scatta la tragedia.

Lei, sempre assecondata e difesa dal padre, finirà per manifestare chiaramente il suo squilibrio mentale e Michele sempre succube di una relazione d’affetto insana finirà per sacrificare la sua vita e la carriera per seguire una figlia che ha bisogno di cure.

Ma dalla metà del film in poi quello che viene anche sacrificato è proprio il rapporto tra genitore e figlia, a (s)favore di una maggiore focalizzazione sugli avvenimenti politici e sociali dell’Italia della fine degli anni ’30: lo scoppio della guerra, le avanzate delle truppe, la Repubblica di Salò, la liberazione e via via fino agli anni ’50.

Si perde di vista l’argomento principale e si seguono diverse storie parallele a quella di Giovanna e Michele. Il perché non l’ho capito. E’ certo comunque che saltando di palo in frasca l’interesse per il film mi si è andato affievolendo durante la visione; ho notato però con sorpresa l’interpretazione trattenuta e sobria di Ezio Greggio. Perché a lui niente riconoscimenti?

6½/10

Across the universe (Across the universe)

Julie Taymor

Usa, 2007

Arrivato con un po’ di ritardo anche in Italia, “Across the universe” è un film costruito seguendo 33 tra i brani più famosi dei Beatles dai quali poi prende forma la storia d’amore tra Jude e Lucy - lui proletario inglese in cerca del padre in America, lei studentessa dell’upper class americana - che si piega quindi ai testi preesistenti del quartetto di Liverpool.

Allo stesso momento però le canzoni prendono anche sfumature diverse dall’intento originale dei Beatles in base al contesto in cui vengono reinterpretate dai vari personaggi del film. Per fare un esempio concreto: il brano “I want you” prende un significato politico e militaristico quando associato alla partenza per il Vietnam del fratello di Lucy (siamo infatti nel 1964), ma lo stesso è collegato all’amore non corrisposto di un’amica di Jude nei confronti di una giovane cantante (che poi sarebbe l’impersonificazione di Janis Joplin).

Oltre al tormentato amore tra Jude e Lucy si seguono anche diversi momenti cruciali della storia dell’America degli anni ‘60: la già citata guerra del Vietnam, i movimenti pacifisti e le comunità hippy, la rivoluzione sessuale, le contestazioni e le lotte di classe.

E’ un film vicinissimo al genere musical, romantico, commovente e non manca ovviamente di essere visionario e psichedelico con notevoli esperimenti visivi data anche l’epoca in cui è ambientato. Non evita inoltre di mettere in evidenza i lati più negativi del patriottismo americano, diverse sono le sequenze incentrate sul reclutamento di giovani da spedire in Vietnam e sulle conseguenze che queste azioni potevano avere sulla psiche di ragazzi tornati a casa stremati da un’esperienza troppo pesante da superare.

Ci sono alcuni camei di musicisti famosi che si potevano però evitare, tra cui quello di Bono che sinceramente c’ha rotto il cazzo........

Infine parlare delle bellissime canzoni dei Beatles è scontato, però devo dire che la Taymor ha fatto un lavoro veramente ottimo inserendole nel film usando un metodo non facilissimo.

E dopo il buco nell’acqua di “Frida” (film ridicolo e dozzinale), la regista ha fatto un bel passo avanti con una sceneggiatura in cui chiunque riesce identificarsi: la storia dolcissima di due ragazzi che si amano e che insieme ai loro amici affrontano i problemi della vita e si confrontano con avvenimenti di grande importanza.

9/10

venerdì 3 aprile 2009

Garage Olimpo | Lussuria, seduzione e tradimento

Garage Olimpo (Garage Olimpo)

Marco Bechis

Argentina, 1999

Poco dopo capodanno 2008, in un’ora tardissima e da catalessi, mentre su Rai Uno Antonella Clerici concludeva “Il treno dei desideri” andando fuori scena su di una slitta trascinata da due poveri cristi travestiti da renne (!!), su Rai Tre andava in onda “Un giorno in pretura” programma che trasmette registrazioni di udienze processuali dei più svariati tipi ma sempre d’attualità. In quella puntata, che faceva parte di un ciclo, venivano riprese le deposizioni di testimoni diretti o indiretti dei lunghi anni di repressione politica avvenuti in Argentina tra il 1976 e il 1983.

Tra le varie persone interrogate c’era anche Marco Bechis, il cui film “Garage Olimpo” si basa anche sulla sua esperienza diretta come prigioniero di centri clandestini in cui veniva rinchiuso chi era anche solo sospettato di essere un attivista politico antidittatura.

Maria, la protagonista del film, verrà arrestata e portata proprio in uno di questi campi di concentramento (dove lei si troverà sarà quello chiamato Garage Olimpo). Da quel momento il film si concentra sulla descrizione degli atti e abusi commessi dai militari sui prigionieri e sulle procedure di insabbiamento delle prove che costringevano i famigliari degli arrestati a compromessi assurdi per sapere dove i loro figli, fratelli, mariti, mogli, fidanzate fossero stati portati e fatti sparire, ottenendo quasi sempre scarsissime informazioni.

Non manca però di mostrare anche come in alcuni casi tra detenuto e guardia carceraria potesse instaurarsi un rapporto d’affetto e dipendenza. Maria si affeziona a Felix e così lui nei confronti della ragazza, il loro rapporto però si concluderà in tragedia...

E’ un film durissimo e angosciante, che serve indubbiamente per capire cosa l’uomo potrebbe arrivare a fare servendosi di abuso di potere (perché non ci sono stati solo i lager nazisti) e per ricordare i 30.000 desaparecidos le cui famiglie stanno ancora cercando di capire cosa sia accaduto loro.

9/10

Lussuria, seduzione e tradimento (Se, jie)

Ang Lee

Cina, 2007

Si parla anche qui di resistenza politica, ma questa volta nella Cina della fine degli anni ’30-inizio ’40 sotto la dittatura giapponese.

La giovane studentessa Wong Chia Chi viene convinta da alcuni suoi compagni di università a partecipare ad un’azione clandestina: infiltrarsi nella cerchia di conoscenze di un potente politico per arrivare a lui e ucciderlo.

Ogni componente della comitiva rivoluzionaria ha un suo specifico ruolo, quello dell’ingenua e timida Wong Chia Chi è di sedurre l’uomo e diventarne l’amante.

Il piano messo in atto dai ragazzi è molto complesso e nella prima parte del film, un po’ caotica, viene fatto un quadro generale della situazione per poi, con una serie di flash back, spiegare l’antefatto e le origini della combutta.

Ma la parte più bella del film è quella incentrata sul rapporto tra vittima e carnefice: Wong Chia Chi e Mr Yee a lungo andare finiranno per scambiarsi i ruoli e diventare così lei totalmente succube dell’uomo con inevitabili funeste conseguenze.

Mentre gli amici della giovane si identificano sempre più con entusiasmo negli ideali patriottici che li hanno portati al sanguinario progetto, Wong Chia Chi si lascia trascinare in una torbida relazione sessuale che minerà anche la sua psiche.

Tirando le somme, la sceneggiatura è ben fatta, le musiche e la ricostruzione storica idem, però l’ultima mezz’ora di film porta a un colpo di scena finale telefonatissimo. Perché, insomma, va bene che lui ama (?) lei ma che la storia non potesse finire coi fiori d’arancio era già praticamente impensabile: lui è uno dei capi della dittatura e lei una dissidente, e siccome 2+2 non fa 5...

7½/10