martedì 26 gennaio 2010

Charlaine Harris | Cormac McCarthy

Morti viventi

Charlaine Harris

Delos Books, 15.90 €

Secondo episodio della serie con protagonista la cameriera telepate Sookie Stackhouse (e ogni volta mi vengono in mente, sbagliando, le costolette di maiale). Siccome la ragazza ha ormai appurato di avere anche doti investigative, in questo capitolo si deve iniziare per forza con un morto, e poi ce n’è un altro e le indagini sui due casi si accavallano e qualche pezzo di trama viene un po’ tirato su alla belle e meglio e le descrizioni si fanno sempre più prolisse mentre la caratterizzazione dei personaggi cala quasi del tutto... mi chiedo come sia potuto succedere che, da un primo volume d’esordio molto accattivante, si sia finiti in un romanzetto così frivolo.

Ti ritrovi a leggere di elogi sperticati da ego montato di Sookie su lei stessa medesima (!) e a seguire colpi di scena sempre più accartocciati tra loro, il tutto condito da una superficialità di fondo davvero esagerata - e mi riferisco sia ai dialoghi tra i personaggi che a quello che si trovano a dover affrontare e gestire durante la storia.

D’accordo, non è un romanzo con un’ambientazione reale ma questo non vuol dire che si debba arrivare anche a perdere il lato realistico delle situazioni perché “tanto è un fantasy con vampiri”...

5/10

La strada

Cormac McCarthy

Supercoralli, Einaudi, 18 €

Questo libro è stato per me la rivelazione del 2009, mi era stato consigliato da un lettore blogger qualche anno fa ma non avevo mai prestato molta attenzione alla segnalazione, il fatto di essere stato recentemente trasposto al cinema (tra gli interpreti c’è anche Viggo Mortensen) mi ha fatto ritornare alla mente quel vecchio consiglio.

E’ la cronaca del viaggio on the road di un padre e un figlio rimasti tra i pochi sopravvissuti di una catastrofe apocalittica avvenuta nelle terre d’America, e presumibilmente (ovviamente) anche nell’intero pianeta.

I due, soli tra desolazione, fame, freddo e pericoli sempre in agguato, attraverseranno l’entroterra americano per arrivare alla loro unica speranza di vita, l’unico scopo che li fa peregrinare in territori e città in completo sfacelo.

E’ un racconto angosciante, tetro, crudo, con episodi di alta tensione, ma dal quale risalta sempre e comunque l’amore tra un padre e un figlio, un affetto tenerissimo e commovente.

Ridotti all’osso i dialoghi, il libro è praticamente costruito quasi esclusivamente sulla descrizione di quello che il figlio e il padre vedono, anzi, sono costretti a vedere durante il loro cammino e pian piano si delinea il passato e il presente di quello che stanno vivendo, con qualche ricordo delle vita pre-apocalisse del padre che ritorna nei suoi sogni.

Non si riesce a seguire tranquillamente il viaggio di queste due persone, è troppo difficile non farsi trascinare nella sua atmosfera cupa e di totale disperazione; e brutto è stato leggere le descrizioni incentrate sul bambino: non ha mai visto il mondo di prima e non conosce la parola felicità, è triste, impaurito, però è anche l’unico che riesce a provare pietà e solidarietà verso i rarissimi viandanti che incontra con il padre sulla strada. Perché in fin dei conti un po’ di speranza c’è in questa storia, anche se a conti fatti la sensazione finale che mi è rimasta è scoraggiante e la frase che ho pensato nel momento in cui ho chiuso il libro è stata “Ecco, finiremo così!”.

Ad ogni modo “La strada” occupa il primo posto della mia top-ten del 2009.

10/10

[Mi è dispiaciuto averlo dovuto prendere in biblioteca, ma il prezzo di copertina era troppo alto, aspetto che esca l’edizione economica. Sempre che esca...]

giovedì 21 gennaio 2010

Altri film 2




Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna)


Jean-Pierre e Luc Dardenne, 2008



Ho scoperto i fratelli Dardenne ormai dieci anni fa con “Rosetta”, tristissima storia di un’adolescente sola in cerca di affetto, un amico, un lavoro, di una vita normale insomma.


Anche ne “Il matrimonio di Lorna” protagonista è una giovane donna e in più immigrata nel Belgio contemporaneo fatto di traffici loschi e malavita; Lorna bazzica questo ambiente perché le servono i soldi e la cittadinanza belga che le permetteranno di costruirsi la vita sognata con il suo fidanzato Sokol. In che modo? I malavitosi a cui si è affidata le hanno trovato un tossico che diventerà suo marito giusto il tempo per darle la cittadinanza, poi divorzieranno. Ma la lentezza burocratica - famosissima in Italia - pare essere uguale anche in Belgio e il capo della banda decide allora di sbrigarsela in un altro modo, a patto che Lorna stia zitta.


E ancora una volta i Dardenne si accaniscono sui loro personaggi mettendo in scena tragedie di vita impossibile, serenità zero - a parte uno sprazzo a metà film, ma che poi serve solo per far virare la storia in un tunnel che sfiora la pazzia...


Un film decisamente amaro e buio, seppur girato e recitato molto bene.



7/10





Sister my sister


Nancy Meckler, 1995



Agli inizi degli anni Trenta Christine e la sorella minore Lea lavorano come domestiche nella casa di una ricca vedova e di sua figlia. Detta così la trama non sembra dare chissà che spunti narrativi ma subito dalle prime sequenze il film mette in luce il morboso affetto che lega le due sorelle e che chiaramente il film non finirà benissimo.


Ispirato ad un vero fatto di cronaca diventato noto come “Il caso delle sorelle Papin” avvenuto in Francia nel 1933, il film non è mai uscito in Italia e la visione quindi è da considerarsi nella sola lingua originale (inglese), ma non preoccupatevi ché le battute sono essenziali e tutta la storia è incentrata più che altro sulle tensioni emotive e di rabbia repressa delle due sorelle, chiuse tra le quattro mura domestiche in un’atmosfera claustrofobica, buia e lugubre.


Le due, felicissime di lavorare insieme e quindi di non essere più costrette a vivere e a mantenersi in luoghi separati, servono ossequiosamente la padrona e la figlia, sbrigano le faccende di casa sempre a testa china e l’unico sfogo che entrambe hanno è il pochissimo tempo trascorso, loro due sole, nella loro minuscola e spoglia cameretta destinata alle inservienti.


Ma la vicinanza affettiva tende ben presto a diventare ossessione e a trasformarsi in attrazione sentimentale e fisica. La repressione psicologica a cui le due sono costantemente costrette dalla padrona, porta le sorelle a meditare anche sulla loro condizione di sottomissione e all’ennesimo rimbrotto della signora Christine e Lea danno sfogo alla loro rabbia.


Come finisce la vicenda ve lo lascio scoprire da voi (su Wikipedia e in rete potete trovare qualche articolo), chiaro è che le due sorelle tanto sane di mente non erano e il fatto di vivere in una condizione di servilismo ha sicuramente influito peggiorando le cose.


Il film è tetro, lento, quasi assente la colonna sonora, però riesce bene ad analizzare e a raccontare un dramma sociale e psicologico in cui il divario di classe ha avuto la maggior parte delle colpe.



8/10





Valzer con Bashir (Waltz with Bashir)


Ari Folman, 2008



La guerra in Libano e i massacri di Shabra e Chatila avvenuti nel 1982 sono raccontati in questo documentario costruito sottoforma di film d’animazione.


Interviste, ricordi, autoanalisi e psicoterapia sono gli elementi che porteranno il regista, trasposto in disegno insieme a tutti gli altri protagonisti, a far luce su quegli avvenimenti di guerra che un’amnesia da choc gli aveva fatto perdere completamente dalla memoria.


Ari Folman, ex soldato israeliano, era stato spettatore di quella strage nei campi di rifugiati palestinesi e il film, tassello dopo tassello, si compone e rivela le atrocità della guerra attraverso anche atmosfere quasi oniriche, ovattate, che danno alla storia un velo di irrealtà per poi arrivare all’ultima sequenza spiazzante di spezzoni originali girati sul posto al termine della carneficina.


E’ un film che evidenzia il rimorso, le colpe nascoste e l’oblio dei ricordi, un avvertimento a che non accadano più e non si scordino fatti di questo tipo.



9/10

sabato 2 gennaio 2010

Altri film

L’onda (Die welle)

Dennis Gansel, 2009

In assoluto il film più bello visto nel 2009: un gruppo di studenti prende in esame e ricrea “dal vivo”, incitato dal professore dichiaratamente anarchico, l’autocrazia con lo scopo di dimostrare che un regime dittatoriale di quel tipo non può, nel 2009, prendere più piede. I ragazzi, presi dalla foga per un’attività che li accumuna e li fa sentire tutti molto uniti tra loro, finiscono però per far degenerare l’esperimento sociale (il gioco) in qualcosa di molto pericoloso...

Interessantissimo l’argomento preso in esame, il film fa capire come basti poco a far trasformare un’ingenua provocazione (quella del professore) in uno sfacelo maniacale, e il bello è che la storia si basa su di un vero fatto di cronaca avvenuto a Palo Alto, California, nel 1967.

9/10

Intimacy - Nell’intimità (Intimacy)

Patrice Chéreau, 2001

Un uomo e una donna si incontrano periodicamente nella casa fatiscente di lui per fare sesso, senza parlarsi e senza tanto meno esternare qualcosa, anche solo vagamente, della rispettiva vita privata.

Avendo schippato tutte le sequenze, schiacciando play solo su quelle di trombaggio, non è che riesca a commentare “adeguatamente” questo film...

voto non pervenuto

Casomai

Alessandro D’Alatri, 2002

Nel caso si possa sapere in anticipo il futuro, cosa potrebbe capitare ad una giovane coppia agli inizi della loro relazione matrimoniale e da lì in poi?

Stefania Rocca e Fabio Volo sono i due sposini protagonisti che si troveranno a dover fare i conti con crisi pre e post parto, discriminazioni sul lavoro perché ormai aventi famiglia e figli a carico, corna, scazzi con i suoceri, problemi di soldi e i soliti amici stronzi che dopo il pranzone del tuo giorno di nozze non ti si filano più.

Una storia molto generalista, piena di luoghi comuni e macchiette tra i vari personaggi che risultano di conseguenza stereotipati. La recitazione è assai scadente e poi a che serve, dopo aver incentrato tutta la storia su una sequela di sfighe e problemi esistenziali e di coppia, terminare il tutto con un finale consolatorio?

2/10

Amami se hai coraggio (Jeux d’enfants)

Yann Samuell, 2003

Due bambini perfidi e vendicativi si perseguiteranno per tutta la vita combattuti tra amore e odio. Da adulti i due trasformano i giochi e le ripicche in sadismo, e la storia prende una piega surreale e macabra che non ho digerito molto.

4/10

Ora o mai più

Lucio Pellegrini, 2003

David ha praticamente finito gli studi di Fisica a Pisa, per tutta la durata del periodo universitario si è comportato da studente modello con in testa l’idea fissa di laurearsi perché a casa lo aspetta la famiglia e un futuro lavorativo assicurato.

Ma in concomitanza con le agitazioni studentesche contro il G8 del 2001, David decide di provare a vivere la sua vita senza essere più influenzato dai genitori.

Classica presa di coscienza a scoppio ritardato di un venticinquenne che scopre di avere ambizioni anche di vita sociale (mai frequentata prima) e di avere in lui anche un no-global latente. Pretesto per mettere in scena gli avvenimenti politici e sociali ancora oggi controversi avvenuti, nel caso specifico di questo film, a Bolzaneto nell’estate di quell’anno.

‘Nzomma... scialbo e poco coinvolgente.

5/10