giovedì 23 luglio 2009

And the winner is... Roberto Giacobbo!

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Il grande mare dei Sargassi

Jean Rhys

Adelphi, 11 €

Nell’ambiente selvaggio della Giamaica di metà Ottocento Antoinette vive un’infanzia travagliata perseguitata dagli errori e dalle desolazioni della sua ricca famiglia di coloni decaduti. Le macabre leggende e credenze della servitù indigena che segue la sua famiglia la terrorizzano e perseguitano anch’esse fino all’età adulta quando viene data in moglie a un inglesotto nullafacente.

Lei, passionale e legata comunque alla cultura aborigena essendo una creola, viene fraintesa nei suoi comportamenti dal giovane sposo che la opprimerà psicologicamente fino a costringerla ad un tristissimo epilogo in cui un gioco letterario legherà il personaggio di Antoinette a quello di Bertha Mason in “Jane Eyre” di Charlotte Brontë.

Questa trovata non mi è però parsa poi molto accattivante, scrivere cioè una sorta di antefatto alle vicende di “Jane Eyre”; l’attrattiva del romanzo della Rhys sta secondo me soprattutto nella denuncia contro qualsiasi tipo di violenza e abuso, siano esse di tipo razziale, sessuale [il Mr. Rochester della Rhys, cioè il neo sposo di Antoinette di cui non viene però MAI detto il nome, è un ripugnante arrivista e maschilista] o di classe, e infine contro i pregiudizi che condizionano i rapporti con le persone.

Inoltre ho trovato affascinante la descrizione di un ambiente così lontano dal nostro come quello incontaminato della foresta giamaicana.

8/10

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2012. La fine del mondo?

Roberto Giacobbo

Ingrandimenti, Mondadori, 17 €

Voglia di approfondire e curiosità mi hanno avvicinata all’ultimo libro di Giacobbo, autore televisivo che non amo molto principalmente perché nel suo programma “Voyager” non c’è mai una buona volta in cui dia una conclusione EFFETTIVA di tutto quello sbrodolamento di informazioni che nell’arco di una puntata lancia addosso agli spettatori sui più svariati argomenti. Giacobbo non ha il dono del tirare le somme e concludere degnamente una puntata, dà solo un sacco di input e poi ti saluta alla prossima settimana.

E fa esattamente la stessa cosa anche in questo libro dalle pagine spesse come cartone, dall’interlinea 24 e dalla grandezza del carattere a passo 60 (praticamente sono 187 pag. ipotetiche perché realmente saranno un’ottantina scarsa...).

La prima parte è l’unica che si salva, in cui vengono riassunte (però palesemente a copia-incolla) il marasma di profezie, credenze e ritrovamenti archeologici che ipotizzano un grande avvenimento per quella data fatidica del 21/12/2012.

Segue un non chiarissimo capitolo sul rapporto della scienza con i cambiamenti climatici, magnetici, geochimici, ecc., che investiranno il nostro pianeta a partire dal 2012; più paginette di ammennicoli vari su Nostradamus, Malachia e gli alieni.

E QUINDI???

Ah, guarda! c’è un capitolo con la CON-CLU-SIO-NE!

E dice che... potrebbe darsi che moriremo tutti... oppure... che non succederà un cavolo di niente???

Beh, grazie Roberto, ora ho le idee moooolto più chiare.

Sì, certamente.

n. c.

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Principesse azzurre - Racconti d’amore e di vita di donne tra donne (vol. 1)

AA. VV.

Mondadori, 8.80 €

Raccolta di racconti di svariate autrici italiane e non che parlano della condizione della donna e della sua sessualità sia essa eterosessuale che lesbica.

Interessantissime l’introduzione della curatrice della raccolta, Delia Vaccarello, e l’appendice a fine volume sulla storia e lo sviluppo della letteratura omosessuale in Italia. Entrambe ricche di spunti per le mie prossime letture!

7/10

E in ultimo una recenZione un po’ vecchiotta, risale al marzo scorso.

Natascha - Otto anni con l’orco

Allan Hall e Michael Leidig

Sperling & Kupfer Editori, 16 €

Mentre in queste ore si sta decidendo la condanna definitiva per Josef Fritzl - reo confesso di aver tenuto segregata in una cantina per 24 anni la figlia Elisabeth e di aver concepito con lei sei figli - ho finito di leggere questo saggio incentrato su un’altra vicenda assurda uscita allo scoperto nell’agosto del 2006 quando una giovane ragazza aveva dichiarato di essere appena fuggita dall’uomo che l’aveva rapita all’età di 10 anni e che l’aveva tenuta prigioniera in una cantina per gli otto anni successivi.

Il caso di Natascha Kampusch, questo il nome della ragazza, ha fatto scalpore da subito anche perché la polizia l’aveva data ormai per dispersa (morta?) nel 2000 dopo un paio d’anni di ricerche infruttuose, piste sbagliate, indizi insabbiati e accuse ai danni della madre di Natascha che la volevano complice del rapimento della figlia.

Il libro in questione, scritto da due giornalisti che fin dal 1998 hanno seguito passo passo il caso, cerca di dare un quadro generale dei fatti accaduti in quegli otto anni e di spiegare quali siano stati gli sbagli della polizia nel condurre le indagini, quale sia stato effettivamente il ruolo della madre della ragazza in tutto questo, chi era Wolfgang Priklopil (questo il nome del maniaco) e quale rapporto aveva con Natascha (erano amanti? io credo di sì, si volevano bene veramente).

Il problema è che pur dando un’enorme quantità di informazioni, testimonianze prese dai verbali o fatte direttamente dai due giornalisti alle persone vicine a Priklopil e alla famiglia Kampusch, l’impressione finale che ho ricavato è di un libro basato esclusivamente su congetture senza fondamento, pochissime notizie certe, e quindi di aver letto solamente 263 pagine di supposizioni.

Certamente il lavoro dei due reporter ha messo in luce tantissimi aspetti non ancora chiariti della vicenda (ad esempio che Priklopil in realtà negli ultimi due anni di prigionia permetteva a Natascha di uscire e andare in negozi e centri commerciali, musei e brevi viaggi addirittura sulle nevi per sciare! e che lei raramente dopo il primo anno di segregazione viveva 24 ore su 24 chiusa nella sua claustrofobica stanzetta in cantina, e che in pratica condivideva con l’uomo una vita “quasi” normale girando liberamente nella villetta di Priklopil tra faccende domestiche, pranzi da preparare e un film da guardare insieme alla tv), ma a parte questo il libro non dà certezze. Il lettore non può fare altro che aggiungerci gli ulteriori sui dubbi e a questo punto secondo me questo caso di sequestro abominevole resterà sempre ricoperto da una miriade di punti interrogativi, visto anche che Natascha di certe cose si rifiuta di parlare apertamente e che Priklopil, che era il tassello più importante di questa fatto di cronaca che poteva spiegare i numerosi “perché?”, si è suicidato lo stesso giorno della fuga di Natascha.

p.s.: nel libro si fa riferimento ad un altro caso di segregazione ai danni di due giovani ragazze avvenuto nel 2000: le russe Yelena Simakhine e Katya Martynova (17 e 14 anni) furono rapite da Viktor Mokhov in quell’anno e segregate nella cantina di casa sua fino al 2004, quando la più grande delle ragazze riuscì a fuggire. L’uomo in quei quattro anni aveva messo incinta Yelena per ben due volte facendo sparire poi i bambini appena nati in un orfanotrofio e al momento della fuga la ragazza era di nuovo incinta all’ottavo mese (il bambino nato “in libertà” però non sopravvisse). Vorrei sapere: c’è qualcuno che può darmi delle indicazioni sul rapimento di queste due ragazze? perché in rete ho trovato solo pochissimi e brevissimi articoli in inglese che però non danno molte informazioni e quelli di testate giornalistiche on-line russe sono scritti in cirillico e ahimè non so leggerlo...

5/10