martedì 5 giugno 2007

Manga vari (in aggiornamento)

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“Blood Alone” n. 1: Misaki e Kuroe vivono insieme in un Giappone probabilmente del prossimo futuro, anche se lo stile di vita non è affatto lontano da quello odierno - è più che altro per una serie di situazioni al di fuori della realtà, accettate dai presenti in maniera del tutto normale, che me lo fa pensare; entrambi i protagonisti possiedono poteri soprannaturali concessigli “da terzi” durante un tragico episodio che li ha fatti incontrare: lei è una vampira e lui riesce a vedere delle cose strane...
Ovviamente Misaki è attratta da Kuroe.
Ma Misaki è una bambina e Kuroe è un ragazzo sui trent’anni. Tra loro quindi non ci potrà (per il momento?) essere nessun tipo di relazione amorosa, quindi la situazione così sospesa alimenta nella “coppia” diversi inghippi sensuali (ho scritto sensuali e non sessuali!) in cui però anche il ragazzo sembra a volte accettare l’attrazione della ragazzina nei suoi confronti, fino a ricambiarla.
In questo primo numero ci sono le basi per una serie - non ancora giunta al suo termine in Giappone - molto promettente, in cui già ci sono molti segnali d’azione e accenni per una trama molto più complessa di quella presentata finora: pestaggi e inseguimenti con spiriti vaganti appartenenti al male oscuro; giovani vampiri a cui è toccata, presumibilmente, la stessa sorte di Misaki ma in odore di omosessualità e la presenza, forse, di una comunità vampiresca molto vasta.
Un accenno merita l’atmosfera delle pagine di questo manga: la struttura delle tavole, molto piccole, tendono a soffocare i personaggi ritratti, che in questo modo vengono quasi sempre ripresi in primo piano o piano-americano; solo nei casi di inseguimenti si possono vedere delle tavole con campi lunghi, ma non ci sono comunque grandi “descrizioni visive” per quanto riguarda l’ambiente in cui i personaggi si muovono, anche quando Misaki e Kuroe si trovano al luna park l’impressione che ne risulta è sempre quella cupa e claustrofobica.
Per il resto, i 2/3 degli avvenimenti avvengono in ambienti chiusi, deserti - svolgendosi ovviamente di notte per via del vampirismo di cui è affetta Misaki - o nella casa di Kuroe, così austera e molto fine Ottocento. In particolare osservando le scene che si svolgono nell’appartamento del ragazzo, tutto concorre alla composizione di un clima rarefatto, sospeso, e la vita dei due giovani, che si dipana fra quei mobili pesanti, scuri, sembra ovattata, in bilico fra realtà e surreale…
Attendo fiduciosa il secondo numero.

Thanks to Cecilia per la sua recensione del suddetto del 14/05/2007.

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“Lady Oscar” n. 3: saltato il secondo numero dato che non lo si trova manco a piangere in eschimese, e poi comunque mi hanno assicurato che era ancora un numero introduttivo , effettivamente il bello della vicenda inizia proprio adesso.
Luigi XV è morto e la giovane Maria Antonietta e il Delfino di Francia si apprestano a succedere al trono come nuovi reali.
Pianti & desperation per il defunto, partenza del tenebroso Conte Fersen - di cui però non ho ben capito il ruolo perché evidentemente esplicitato con maggiore chiarezza nel secondo numero - e assestamento dei nuovi reali nelle cariche a loro concesse.
Non prima però di una rocambolesca sequenza in cui Oscar fa sfoggio delle sue prodezze da cavallerizza/o e salva tra strazianti urla la (non ancora) regina di Francia a cui si era imbizzarrito l’equino quadrupede.
Che impeto e che carisma!
Tristezza infinita, invece, seguendo le vicissitudini della povera Rosalie arrivata al punto di vendere il suo corpo pur di racimolare qualche soldo. L’incontro fortuito con la nostra eroina e un fraintendimento tra le due mette bene in evidenza che, nonostante l’aspetto “mascolino”, la nostra Oscar non ha tendenze omosessuali, anche se odia essere considerata una donna.
Comportamento contraddittorio, credo…
Comunque sono molto solidale con la disgraziata Rosalie, finora il mio personaggio preferito anche se secondario.
Ho un debole per le storie strazianti.

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“Chiho Saito presenta - L’uovo di Cupido”: scelto, tra la vasta gamma di volumi autoconclusivi della serie, in un momento di confusione mentale.
Pensavo peggio.
Tutto sommato una storia turbolenta con grande sbandieramento di sentimenti e forza mascolina, in cui una ricca ereditiera incinta di non si sa chi cerca un marito a pagamento per tenere nascosta la bravata alla famiglia, e avere così un momentaneo matrimonio riparatore in bianco. Poi arriverà il divorzio e chi si è visto-si è visto.
La tipa trova così un giovane, belloccio quanto basta, che accetta di sposarla sotto contratto, ma l’amore sboccia subdolo tra i due e tra: urla, litigi, negazione dei sentimenti amorosi, amplessi fugaci - perché la carne è “debbbole” - risse da bar con tanto di salvataggio della protagonista in dolce attesa legata e imbavagliata in stile bondage da dei loschi figuri tipo Yakuza, si compiono per lei i giorni del parto e la stessa proclama “Mi è venuto il mal di pancia!”, non essendosi nemmeno accorta che quei dolori erano le doglie… Comunque nel momento della nascita del bambino la storia si chiude bruscamente sui dubbi amletici di lui (“A chi assomiglierà il bambino? a me o a lei?”), sottolineando così la sua totale immersione nella parte di marito ormai non più a contratto.
Molto trash.

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A domani per l’aggiornamento con “Slam Dunk Deluxe” n. 5, “Strangers in Paradise” n. 9 e “La finestra di Orfeo” n. 1, ché qua sta arrivando un temporale della madonna e devo spegnere il computer.

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