domenica 17 agosto 2008

Memorie d'una ragazza perbene

img128/590/memorieragazzaxl2.jpgMemorie d’una ragazza perbene

Simone de Beauvoir

Einaudi Tascabili Scrittori, Einaudi [regalo!]

Primo approccio con questa scrittrice di fama mondiale per le sue teorie filosofico-femministe.

Avrei voluto iniziare a conoscerla partendo da “Il secondo sesso”, ma siccome mi è arrivato (in regalo) prima questo ho iniziato così dalla prima parte [di tre] dell’autobiografia della scrittrice.

Il volume tocca dall’infanzia ai vent’anni dell’autrice, trascorsi a cavallo della Prima Guerra Mondiale quando una donna doveva sottostare a rigidi canoni comportamentali ed etici: credere in Dio, aspirare ad una vita come moglie e madre, limitare pensieri propri e studi sconvenienti, frequentare solo determinate persone e, in pratica, assoggettarsi in tutto e per tutto al volere e agli ordini dei genitori, anche quando si ha ormai un proprio lavoro e deciso personalmente del proprio futuro.

A Simone tutto questo stava stretto e già da acerba adolescente si poneva quesiti e formulava opinioni molto d’ ”avanguardia”, sia per la giovane età sia per il periodo in cui cresceva.

Avida di sapere, di letture (incredibile la quantità di libri letti in soli vent’anni) e di novità riesce a convincere i genitori a permetterle di proseguire gli studi fino all’università e ad approfondire le conoscenze in campo filosofico, sua grande passione. Tutto questo però la porterà ad avere enormi e dolorose incomprensioni con entrambi i genitori, verso i quali sente di avere poca considerazione così come verso tutti i parenti e famigliari. Simone è diversa e troppo smaniosa di emancipazione per essere benvoluta e lei stessa si accorge di non rappresentare per la famiglia null’altro che un penoso fastidio.

Il rapporto conflittuale con i genitori condizionerà la sua crescita, nonostante Simone riesca a proseguire verso i suoi sogni; tutti gli anni dell’adolescenza e della prima maturità saranno segnati da profonde crisi e continui attacchi di malinconia e solitudine.

I suoi studi però proseguono brillantemente e il suo stile di scrittura è saldamente unito all’introspezione psicologica e ai concetti filosofici studiati ed elaborati da lei stessa.

L’autobiografia è così molto approfondita e nulla viene lasciato alla semplice memoria descrittiva: ogni passaggio ed avvenimento dell’esistenza della de Beauvoir è analizzato e ricondotto alla razionalità, allo scrutare i cambiamenti psicologici e alla crescita personale e spirituale della stessa.

Difficile quindi prendere questa autobiografia alla leggera, non è certo una lettura facile e di banale reminescenza, alla base c’è tutto quello che passava nella mente della de Beauvoir da giovane e il lettore non può tralasciare nulla. Altrimenti non capirebbe l’essenza di questa scrittrice.

“Ma i libri mi rassicuravano: parlavano, non dissimulavano niente; in mia assenza, tacevano; quando li aprivo dicevano esattamente ciò che dicevano (...)” - pag. 53.

8/10

[libro letto per la sfida delle autrici donne in Readers Challenge]

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