giovedì 21 gennaio 2010

Altri film 2




Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna)


Jean-Pierre e Luc Dardenne, 2008



Ho scoperto i fratelli Dardenne ormai dieci anni fa con “Rosetta”, tristissima storia di un’adolescente sola in cerca di affetto, un amico, un lavoro, di una vita normale insomma.


Anche ne “Il matrimonio di Lorna” protagonista è una giovane donna e in più immigrata nel Belgio contemporaneo fatto di traffici loschi e malavita; Lorna bazzica questo ambiente perché le servono i soldi e la cittadinanza belga che le permetteranno di costruirsi la vita sognata con il suo fidanzato Sokol. In che modo? I malavitosi a cui si è affidata le hanno trovato un tossico che diventerà suo marito giusto il tempo per darle la cittadinanza, poi divorzieranno. Ma la lentezza burocratica - famosissima in Italia - pare essere uguale anche in Belgio e il capo della banda decide allora di sbrigarsela in un altro modo, a patto che Lorna stia zitta.


E ancora una volta i Dardenne si accaniscono sui loro personaggi mettendo in scena tragedie di vita impossibile, serenità zero - a parte uno sprazzo a metà film, ma che poi serve solo per far virare la storia in un tunnel che sfiora la pazzia...


Un film decisamente amaro e buio, seppur girato e recitato molto bene.



7/10





Sister my sister


Nancy Meckler, 1995



Agli inizi degli anni Trenta Christine e la sorella minore Lea lavorano come domestiche nella casa di una ricca vedova e di sua figlia. Detta così la trama non sembra dare chissà che spunti narrativi ma subito dalle prime sequenze il film mette in luce il morboso affetto che lega le due sorelle e che chiaramente il film non finirà benissimo.


Ispirato ad un vero fatto di cronaca diventato noto come “Il caso delle sorelle Papin” avvenuto in Francia nel 1933, il film non è mai uscito in Italia e la visione quindi è da considerarsi nella sola lingua originale (inglese), ma non preoccupatevi ché le battute sono essenziali e tutta la storia è incentrata più che altro sulle tensioni emotive e di rabbia repressa delle due sorelle, chiuse tra le quattro mura domestiche in un’atmosfera claustrofobica, buia e lugubre.


Le due, felicissime di lavorare insieme e quindi di non essere più costrette a vivere e a mantenersi in luoghi separati, servono ossequiosamente la padrona e la figlia, sbrigano le faccende di casa sempre a testa china e l’unico sfogo che entrambe hanno è il pochissimo tempo trascorso, loro due sole, nella loro minuscola e spoglia cameretta destinata alle inservienti.


Ma la vicinanza affettiva tende ben presto a diventare ossessione e a trasformarsi in attrazione sentimentale e fisica. La repressione psicologica a cui le due sono costantemente costrette dalla padrona, porta le sorelle a meditare anche sulla loro condizione di sottomissione e all’ennesimo rimbrotto della signora Christine e Lea danno sfogo alla loro rabbia.


Come finisce la vicenda ve lo lascio scoprire da voi (su Wikipedia e in rete potete trovare qualche articolo), chiaro è che le due sorelle tanto sane di mente non erano e il fatto di vivere in una condizione di servilismo ha sicuramente influito peggiorando le cose.


Il film è tetro, lento, quasi assente la colonna sonora, però riesce bene ad analizzare e a raccontare un dramma sociale e psicologico in cui il divario di classe ha avuto la maggior parte delle colpe.



8/10





Valzer con Bashir (Waltz with Bashir)


Ari Folman, 2008



La guerra in Libano e i massacri di Shabra e Chatila avvenuti nel 1982 sono raccontati in questo documentario costruito sottoforma di film d’animazione.


Interviste, ricordi, autoanalisi e psicoterapia sono gli elementi che porteranno il regista, trasposto in disegno insieme a tutti gli altri protagonisti, a far luce su quegli avvenimenti di guerra che un’amnesia da choc gli aveva fatto perdere completamente dalla memoria.


Ari Folman, ex soldato israeliano, era stato spettatore di quella strage nei campi di rifugiati palestinesi e il film, tassello dopo tassello, si compone e rivela le atrocità della guerra attraverso anche atmosfere quasi oniriche, ovattate, che danno alla storia un velo di irrealtà per poi arrivare all’ultima sequenza spiazzante di spezzoni originali girati sul posto al termine della carneficina.


E’ un film che evidenzia il rimorso, le colpe nascoste e l’oblio dei ricordi, un avvertimento a che non accadano più e non si scordino fatti di questo tipo.



9/10

Nessun commento:

Posta un commento