giovedì 3 giugno 2010

Cinema 2010 parte 2°

Scrivilo sui muri

Giancarlo Scarchilli, 2007

La borghese Sole, annoiata e trascurata dai genitori, in uno slancio vitale tenta il suicidio gettandosi dal sesto piano del condominio, viene però fermata dal writer Pierpaolo che passava di lì su un tetto.

Già tra i due c’è feeling e al ragazzo balena l’idea di introdurla nel suo gruppo di artisti di strada armati di bomboletta in scorribande notturne.

I writer tutti li odiano, e tanto per far passare questo film un prodotto educativo e di indagine sociale hanno pure inserito la dicotomia (‘mazza che parolone) tra buoni, i writer di cui sopra, e cattivi con la presenza dell’altro gruppo di disegnatori dal nome Zozziamo Tutto, già significativo di suo. Poi però per i buoni “rubare [le bombolette spray] è un fatto di coerenza”...

Il film ammorba e termina pure, nella versione dvd, con un finale alternativo dove ci scappano addirittura pure DUE morti.

4/10

I giorni dell’abbandono

Roberto Faenza, 2005

Margherita (Buy), che t’è successo???

Nella parte della moglie abbandonata e cornificata non eri per niente credibile, con quei monologhi isterici recitati in maniera imbarazzante; a Cannes nel 2005 il pubblico aveva fischiato a più non posso. E a ragione.

A un certo punto nella Torino del film arriva Natale ma siccome avete fatto le riprese ad agosto la neve è impossibile ci sia sugli alberi, vederla sintetica sul marciapiede non è uno scandalo ma che almeno vi foste accorti che nelle carrellate lunghe sulle strade del centro si vedevano in lontananza gli alberi VERDI e a momenti la gente in bermuda passare...

Ma poi perché, Margherita, quelle grottesche scene di sesso anale?

4/10

La febbre del sabato sera (Saturday night fever)

John Badham, 1977

Film generazionale di più di trent’anni fa in cui un gruppo di giovani figli di proletari immigrati cerca il riscatto sociale nella disco-music mettendosi in mostra sulla pista da ballo il fine settimana.

Questo film me l’ero immaginato più stile commedia, invece si parla di stupro-droga-disoccupazione-solitudine-rinunce-alcol-suicidio-violenza.

Favolose le coreografie accompagnate dalle canzoni dei Bee Gees, da vomito il doppiaggio italiano rivisitato e corretto recentemente. Meglio guardarselo in lingua originale (la nonna di Tony Manero parla in italiano!).

E che ridere nel rivedere certi abbigliamenti (un must i pantaloni a zampissima e attillatissimi degli uomini) e ricordarsi che nelle foto di famiglia mamma e papà in quegli anni erano proprio vestiti così.

8/10

The company

Robert Altman, 2003

L’impegno, le fatiche, i successi, l’ansia e gli amori di una compagnia di ballo diretta da un coreografo cinico, insofferente ed eccentrico.

L’essenza del film è tutta qui sopra in poche parole. L’azione è così tanto concentrata sulle coreografie e sulle prove dell’intero corpo di ballo che “The company” risulta essere IL film “corale” per eccellenza. Tanto da far precipitare nell’oblio tutti quei personaggi e le loro storie in meno di due secondi.

6/10

Addio mia concubina (Bàwáng bié jī)

Chen Kaige, 1993

Tre, e dico TRE, ore di tiritera in salsa cinese.

n. c.

Liberi

Gianluca Maria Tavarelli, 2003

Quando il papà di Vince (Elio Germano) perde il lavoro tutta la famiglia entra in crisi. La madre decide di trasferirsi a Pescara e d’estate anche Vince la segue per lavorare in un ristorante. Lì conoscerà Genny.

Si parte come film di denuncia nel mondo del lavoro, si passa al come guarire dalle paturnie psicotiche, si finisce per un filmetto mediocre semi-adolescenziale di scopate in riva al mare e tradimenti di coppia (tra l’altro tutti ad opera femminile).

Elio Germano, bravissimo sempre, qui invece precipita con tutto il contorno di luoghi comuni e che pena la scelta di inserire “I will survive” come commento principale a tutto il film...

4/10

Nessun commento:

Posta un commento