
The book thief
Markus Zusak
Black Swan, me l’ha prestato mia zia, su Amazon costa circa 7 €
Ne hanno parlato in ogni dove, è stato un caso letterario anche in Italia sotto il titolo (tradotto presumo a caso con “Google Translate” dagli editori) “La bambina che salvava i libri”, ma è davvero un testo così pregevole e superbamente commovente come il 90% dei lettori l’ha definito?
Dal canto mio l’ho trovato - almeno leggendolo in lingua originale - interessante nelle prime 30-40 pagine, d'altronde è l’inizio della storia e trovarsi la Morte come narratrice è accattivante, però poi la narrazione si spersonalizza sempre più nonostante il gruppo di personaggi protagonisti cresca ed evolva di fronte a fatti decisivi e psicologicamente provanti come quelli dell’affermarsi del nazismo in Germania. Dico “si spersonalizza” perché questa Morte sembra stare a raccontare gli ingredienti dell’etichetta dello Svelto al gusto limone per lavare i piatti: prendiamo ad esempio il personaggio protagonista di Liesel, lei ha 9 anni all’inizio della storia, viene strappata alle sue radici, spedita lontano e in un clima di oppressione politica e culturale diventa un’adolescente, impara ad amare i genitori adottivi, a leggere e a farsi capire in una lingua fino a quel momento a lei sconosciuta, conosce l’affetto, l’amicizia, ma tutto questo la Morte mica te lo scrive con empatia, no, solo con asettica didascalia. Se fosse stata Liesel stessa a raccontare della sua vita ci sarebbero state più possibilità di approfondire l’aspetto psicologico.
Così io di pathos non ne ho provato a parte, come detto, nelle pagine iniziali che sono davvero scritte bene; poi non so cosa gli è preso a Zusak, ma il resto della storia è lento, privo di capacità narrativa e più che romanzo per adulti questo è pura “juvenile fiction”. Semplice-semplice e soooooo booooring....
6/10
Nella roba da restituire in biblioteca ho scoperto che tra le letture di ottobre mancava un libro! “La lettrice” di Raymond Jean [Biblioteca del Vascello, 7.75 €]:
se me l’ero dimenticato c’è un perché, infatti nemmeno questa lettura mi ha entusiasmata e l’avevo rimossa. E’ il racconto in prima persona dell’esperienza di Marie-Costance, burrosa disoccupata con una vita tutto sommato agiata, come “lettrice a domicilio”, una professione che dovrebbe darle oltre che soddisfazione personale (le è sempre piaciuto leggere a voce alta) anche un afflato filantropico (potrà allietare quelle ore di tedio degli infermi, delle persone sole, ecc.).
La sua nuova occupazione la porterà a conocere strani personaggi (sì, le definirei così, non sono esattamente “persone”), ognuno con le sue manie, che col trascorrere dei mesi e delle letture la utilizzeranno a loro piacimento per soddisfare bizzarre fantasie incappando anche in imbarazzanti disavventure.
Il tutto con una ripetitività piatta, e con Marie-Costance che, nonostante la sua variegata Cultura, definirei un po’ troppo leziosa e anche cretinetta...
Poi solo per il fatto che dell’amore per la lettura non se ne parla - Marie-Costance alla fine legge solo perché pagata! - non è che questo renda il libro piacevole, ma solo un racconto economico-centrico.
Leggere è un lavoro, non una passione.
5/10
eccomi, non ho resistito, ho creato un nuovo blog, con iobloggo ho fatto una copia massiva e ho perso solo 8 post (ho fatto però una copia in word, non si sa mai). Ecco il nuovo indirizzo: http://net10biblio.iobloggo.com/
RispondiEliminaaggiornerò meglio quando avrò tempo! :)
principessafelice
Ho già aggiornato la lista dei link con il tuo nuovo indirizzo. :)
RispondiEliminaho appena fin ito un libro che si intitola La lettrice, pensavo fosse lo stesso di cui parlavi tu...invece la mia autrice, Annie Francois, non viene pagata per leggere :-( peccato la storia di quello che citi poteva essere carina, un occasione persa.
RispondiEliminaConosco il libro che hai letto tu! grazie per il commento e la segnalazione. :)
RispondiEliminaBuon anno nuovo!