The undomestic goddess
Sophie Kinsella
Dell Publishing Company, acquistabile su IBS
[pubblicato in Italia da Mondadori nella collana Oscar bestsellers]
Nuovo personaggio per i libri di Sophie Kinsella: Samantha Sweeting, 29 anni, brillante avvocato la cui unica ragione di vita è... il lavoro.
E oltre a quello non ha nient'altro da fare. Niente fidanzati, niente serate con gli amici, niente pranzi in famiglia.
Questa situazione tetra cambierà completamente per un grave errore lavorativo.
Cosa succederà a Samantha ve lo lascio scoprire da voi.
Certo è che le trame della Kinsella si fanno sempre più bizzarre e anormali e il divertimento non manca, se non fosse che il finale appare scontato già dopo 1/4 del libro (!!) e che l'happy end è d'uopo.
Beh, è un libro un po' banale ma se non altro si tiene in allenamento l’inglese (dico sempre così con i libri della Kinsella...).
[Libro letto per la sfida di San Valentino del gruppo Readers Challenge]
6/10

Nemico, amico, amante...
Alice Munro
Super ET, Einaudi, 11.50 €
Nove racconti di donne che cercano la propria strada, l'indipendenza, l'amore o che si ricordano dei tempi passati.
Racconti femministi da una parte e dall'altra racconti che, analizzando l'animo femminile, affrontano anche temi come la morte, la malattia, il rapporto tra i sessi.
A ciascun racconto corrisponde così una figura di donna che sta vivendo situazioni famigliari non felici e quello che mi è subito balzato agli occhi è che in ogni racconto c’è qualcuno che o si suicida, o viene investito, o scappa dalla propria vita, o muore di malattia.
Squarci di vita famigliare non troppo allegri quindi, ma dai quali la donna ogni volta protagonista ne esce circondata da un’aurea di imbattibilità e voglia di vivere.
Le donne della Munro se la cavano da sole e rivendicano la loro personalità, questo però senza che la stessa autrice dia loro una mano per superare tutte le brutture quotidiane: la Munro infatti racconta in maniera distaccata e clinica quei nove differenti momenti di vita e lascia che le protagoniste piangano, ridano, si disperino senza il conforto di un giudizio da parte dell’autrice.
L’imparzialità per me è stato un ostacolo durante la lettura e avrei preferito almeno un po’ più di coinvolgimento della Munro nel narrare.
Non metto in dubbio comunque che i racconti siano perfetti e calibrati ad ogni termine e virgola, ma non riesco a dargli una votazione alta appunto per la freddezza narrativa.
6½/10
Come procede il vostro periodo di vacanza?? Io quest’anno sotto l’albero non ho trovato nessun libro, dato che è stata una mia esplicita richiesta: con ancora una trentina (o forse più) di libri in attesa sul comodino ho pensato fosse meglio così... altrimenti chi si salva più!
Ancora auguri!






Il dardo e la rosa
E le stelle stanno a guardare
L’età dell’innocenza





















Leggere Lolita a Teheran
“La diciottesima notte dopo capodanno - il ventiquattresimo giorno dell'assedio di Budapest -, una giovane donna decise di abbandonare il rifugio in un grande edificio accerchiato nel cuore della città, di attraversare la strada trasformata in campo di battaglia e di raggiungere, in ogni modo e a qualsiasi costo, l'uomo che quattro settimane prima era stato murato, insieme a cinque compagni, in un angusto scantinato dell'edificio di fronte. Quell'uomo era sua padre (...)”.
“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano [Mondadori, 18 €, me l’hanno prestato]. Osannato dalla critica che gli ha fatto vincere il Premio Strega 2008, deriso invece da una parte dei lettori è la storia incrociata di due persone sole dall’infanzia all’età adulta, fino a quando non si incontrano per caso ma siccome sono come due numeri primi che non si trovano mai vicini l’uno all’altro finiscono a essere come le rette che non si incontrano mai quando sono parallele, come i binari del treno e come probabilmente il mio interesse per Paolo Giordano, cioè nullo, ché il libro è partito gasatissimo con una prima parte bellissima ma poi si è perso verso le cagate da letteratura per adolescenti con lui che si picchia da solo perché e depresso e lei che non mangia perché è depressa e così tutti sono depressi. Insomma, che due palle. E per fortuna che me l’hanno prestato.
La storia di Chicago May
maggiori rispetto a quelli positivi - non so se sia valsa la pena vivere così... anche perché la vita di May non finisce all’uscita dal carcere inglese ma prosegue ancora e ancora. Non dico cosa le capiterà di nuovo fino alla sua morte, ma leggerlo è stato avvilente.