lunedì 16 marzo 2009

Cuore d’inchiostro

Cuore d’inchiostro

Cornelia Funke

Mondadori, 16 € [485 p.]

Un libro che parla dell’amore per i libri? Anche se destinato ad un pubblico adolescente non potevo farmelo scappare, visto anche che domenica 22 marzo è prevista al cineforum che frequento la proiezione del film omonimo con protagonista Brendan Fraser.

L’ho finito di leggere ieri mattina e devo dire che per un target di lettori in età giovanile è davvero un libro azzeccatissimo, per lettori già adulti invece è facile notare alcune pecche.

La storia di Meggie e di suo padre Mo, catapultati in un’avventura fantastica “per colpa” del loro bizzarro potere - riescono, leggendo ad alta voce, a dar vita ai personaggi di carta di cui leggono le storie - è veramente troppo lunga per quello che in realtà succede realmente; sono troppi i passaggi in cui ci si dilunga inutilmente e ammetto che è stato facile (negativamente parlando) iniziare con nonchalance a vagare con gli occhi sulla pagina, a saltare alcune descrizioni e ad andare a cercare solo i dialoghi.

Inoltre lo stile della Funke è fin troppo spicciolo, troppo “bambinesco”. E va bene che il libro lo leggeranno i bambini fino al massimo i sedici anni, però un po’ più di virtuosismi linguistici non guasterebbero visto anche che per tutte le 485 pagine del racconto il fulcro è sempre l’inno ai libri, alla cultura e alla lettura [da notare come i cattivi del racconto non sanno leggere...!].

Indubbiamente però “Cuore d’inchiostro” ha dei pregi che piaceranno a chiunque si avvicini al libro, ad esempio l’elemento fantastico viene introdotto nel racconto in maniera anomala e spassosa allo stesso tempo: la piccola Meggie non si chiede perché mai il padre venga soprannominato da dei loschi figuri con il nome di Lingua di Fata, né le sembra stranissimo che un amico di Mo spuntato da chissà dove venga accompagnato da una martora con un paio di cornina in testa... anzi, invece di gridare e pensare di essere finita in un incubo, Meggie prende questi elementi come uno sprone per capire cosa suo padre le stia nascondendo e pian piano il lettore accetta queste stramberie e viene trascinato con divertimento all’interno della storia.

Poi il solo fatto di inventare una favola in cui gli uomini possono “materializzare” realmente i loro personaggi preferiti dai libri l’ho trovato bellissimo! Senza tenere conto che in questo libro ci sono due storie che si intrecciano, quella nel mondo reale con Meggie, Mo, la zia Elinor, ecc... e quella del libro da cui i cattivi sono usciti, che si chiama appunto “Cuore d’inchiostro”.

In conclusione: il libro è partito maluccio per via di uno stile un po’ troppo legnoso e sproloqui che ti prosciugavano la voglia di proseguire dal cervello, chiudendo il volume sull’ultima pagina però mi sono accorta quanto la Funke sia stata fantasiosa a creare un libro ricco di colpi di scena (sì vabbeh, tra un colpo e l’altro passavano sessanta pagine, ma va bene lo stesso!) e che per fortuna il tomone è autoconclusivo quindi mi posso anche (forse...) risparmiare di leggere i successivi due volumi. XD

8/10

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