martedì 24 marzo 2009

La scuola in due film

La classe (Entre les murs)

Laurent Cantet

Francia, 2008

Un professore e una classe multietnica di una scuola media parigina. Il film li segue durante tutto un anno scolastico, mettendo in luce le difficoltà e i (rari) momenti di incontro tra le due parti.

Se il primo ce la mette tutta per infondere in quelle giovani menti il Sapere, il piacere di imparare e arricchirsi culturalmente, la seconda (cioè l’intera classe) da settembre a giugno non fa altro che sfottere il professore, trattarlo con strafottenza e solo sporadicamente far finta di ascoltare con interesse quello che gli viene insegnato, nonostante il giovane professore non si faccia abbattere dalla maleducazione e dalla svogliatezza degli scolari.

Quando arriva l’estate e l’anno scolastico è volto al termine, l’insegnante cerca ti tirare le somme attraverso un confronto diretto di tutti quei mesi passati insieme sui banchi. Ce l’avrà fatta a far crescere e a responsabilizzare quei ragazzi? Le risposte che gli vengono date dagli studenti sono diversissime fra loro, ma emblematica è quella di una ragazzina che spiazza sia il professore e che gli spettatori: “Io non ho imparato niente”.

E una desolante sequenza finale sui banchi vuoti di una classe vuota - in attesa di essere riempita da altri scolari indifferenti - mette ancora più l’accento su l’utilità effettiva di un sistema scolastico in cui sono proprio i ragazzi a non volerci entrare attivamente per avere cultura e un futuro migliore.

scoraggiante...

Stella (Stella)

Sylvie Varheyde

Francia, 2008

Stella nell’autunno del 1977 inizia il suo primo anno alla scuola media, ma non in una qualsiasi dei tanti distretti parigini, bensì in una frequentata da figli di famiglie benestanti e dalla quale i genitori della piccola ragazzina pensano di ricavarne per lei la chance decisiva per permetterle di avere un futuro migliore (lo stesso dei ragazzi del film di cui sopra).

Ma Stella è cresciuta troppo in fretta disillusa e sprezzante tra genitori totalmente assenti, impegnati a gestire la loro locanda (bettola...) nella periferia di Parigi, amicizie strambe con i balordi e i falliti che frequentano il locale e le annesse camere in affitto, e un’amichetta sboccata con una squallida situazione famigliare. Catapultata in una realtà opposta alla sua, dove le compagne al rientro a casa dopo la scuola sono impegnate in lezioni d’equitazione, di danza e festicciole mentre lei gioca a carte e assiste alle solite risse tra gli avventori del bar, Stella fatica a integrarsi, anche perché viene vista dalle stesse compagne come una diversa.

Nella sua breve vita ha imparato a cavarsela da sola e a vivere da sola, ma non a farsi un’istruzione autonomamente e di fronte agli insegnanti passa sempre come una nullità.

Fino a quando l’amicizia con una compagna le apre nuove sfaccettature di una vita questa volta sì diversa ma in senso positivo: le farà capire cioè quanto l’istruzione ci possa salvare effettivamente da una vita desolante e quanto questa riesca sempre a farci crescere, migliorare.

Stella scoprirà pian piano così Margherite Duras, Cocteau, Balzac... si innamorerà per la prima volta e si accorgerà nel frattempo in questo processo di crescita che il sentirsi matura, autonoma, arguta, come lei infatti si ritiene, non sempre corrisponde a realtà.

E’ un film delicato, commovente, recitato molto bene tra i cui attori spicca la piccola attrice protagonista che regge praticamente tutto il peso del film essendone il fulcro costante, nonostante i numerosi personaggi secondari attorno a lei.

Mi è piaciuta moltissimo la scelta per la colonna sonora, tra cui c’è anche a fare da leitmotiv “Ti amo” di Umberto Tozzi brano famosissimo proprio nel 1977.

Mi ha stupita però il divieto ai minori di 14 anni imposto al film, come molti non capisco perché si imponga una censura a un film di questo tipo, dove tanti sono i valori che se ne ricavano alla fine, mentre ai dodicenni di oggi può capitare di vedere in tv prima dei cartoni animati in fascia protetta quelle merde di telenovelas come “Beautiful” e “Centovetrine” dove praticamente c’è almeno un coito in ogni puntata; per non parlare di quel magico mondo di “Amici” di Maria De Filippi in cui gli alunni mandano a fanculo i professori davanti a tutta Italia. Il divieto sarà stato sicuramente per la breve sequenza in cui si parla di pedofilia, ma, siamo seri per favore!, i bambini vanno istruiti anche sotto quel punto di vista in un mondo odierno in cui ormai anche episodi così terribili ne fanno parte.

9/10

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