venerdì 11 novembre 2011

Tracy Chapman

Curiosando tra i cd e i dischi a casa dei miei zii ho trovato un album di Tracy Chapman, una cantautrice afroamericana di cui non mi ero mai interessata anche se per fama la conoscevo già.
Mercoledì sera invece di leggere, o cucire ascoltando la radio, ho messo nello stereo il cd “Tracy Chapman” e l’ho ascoltato leggendo intanto i testi delle canzoni (faccio ancora fatica nella “comprensione orale” - si diceva così a scuola - dell’inglese, e tuttora continuo a guardare i film in lingua originale con i sottotitoli in inglese altrimenti mi perderei un buon 40%).




Scopro così delle canzoni che affrontano argomenti molto difficili, impegnati, che toccano il sociale: razzismo, violenza domestica, il divario tra i paesi occidentali e quelli sottosviluppati, amarezza, povertà, disoccupazione, consumismo, sogni utopici (di vita, ma anche rispetto al patriottismo americano già all’epoca in discesa - l’album è del 1989); se c’è l’amore questo viene raccontato attraverso rapporti impossibili e deleteri, o nei quali le responsabilità di coppia non vengono prese portando la relazione pian piano alla sua fine. Ci sono però un paio di testi che spronano a prendersi una rivincita dalla vita, a fare esperienze, a sperare comunque in un futuro migliore e sono gli unici ad avere un po’ di ottimismo, perché nonostante le melodie molto orecchiabili, folk, che fanno sembrare tutti i brani delle delicate ballate, in realtà c’è poca serenità nelle canzoni di Tracy Chapman e l’album ti coinvolge emotivamente.




Sono passati già 22 anni dalla sua pubblicazione, mentre i primi testi composti risalgono a ben prima di questo album d'esordio - cioè al 1982, scritti da una Tracy Chapman giovanissima (è nata nel 1964); ma è un album ancora estremamente attuale e mi ha fatto venire voglia e curiosità di vederla suonare dal vivo. Chissà se ne avrò l’occasione, dopo un breve tour in Italia nel 2009 non sembrano esserci in previsione nuovi concerti.
Vi consiglio davvero l’ascolto di questo bellissimo disco, e magari rimarrete sorpresi quanto me nello scoprire, tra sensazioni, riflessioni e buona musica, che il brano “Baby can I hold you” già oggetto di una cover è proprio opera di Tracy Chapman.

Buon fine settimana!

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