domenica 25 giugno 2006

"Demian" n. 1


Me lo dovevo aspettare che anche questa nuova mini-serie della Bonelli fosse ‘na ciofeca come “Brad Barron”.
Il primo numero di “Demian” l’ho trovato noioso, zeppo di “già visto” e in alcuni passaggi addirittura irreale. Ma analizziamolo pagina per pagina:
1) dopo una prima presentazione a mò di prologo senza troppi guizzi, a pag. 15 le prime due vignette mi hanno lasciata perplessa: le colonne dei due articoli, se guardate attentamente, sono identiche, quando invece è chiaro che dovrebbero essere due articoli diversi.
2) a pag. 16 una vecchina dice che Demian ha convinto suo nipote a tornare a scuola. Scusate, ma ancora adesso rido a più non posso! Vi sembra plausibile che un uomo a petto nudo, statuario, armato di pistola, entri in casa di questa nonnina e dica al nipote “Tu devi studiare!”, e che la nonna non si accasci al suolo in preda ad un infarto e che l’ignorante nipotino non si spaventi?
3) i personaggi parlano una lingua strana: perché insistere con tutti quei mon ami se poi i dialoghi vengono riportati in italiano? L’avevamo già capito che la storia si svolge a Marsiglia, non c’è bisogno di puntualizzare ogni cosa! Anche perché l’effetto complessivo è ridicolo, dato anche che qualcuno si mette a parlare pure di amigos e compadri.
4) la rissa di pag. 23-26 è piena di scemenze: i clienti del bar cominciano a picchiarsi proprio quando arrivano i due co-protagonisti; in un tripudio di cazzotti, nasi rotti e uomini che volano, il barista non fa una piega ma, anzi, continua imperterrito a pulire i bicchieri dietro al bancone. E la rissa finisce come una bella bevuta fra amici.
5) la seconda rissa di pag. 29-39 (ben dieci pagine, che palle…) avviene su un pontile zeppo di barche e barchette. Presumo che una struttura di questo tipo sia vicina ad un porto o comunque ad una zona abbastanza frequentata; detto questo però la rissa avviene senza troppi intoppi e i malviventi/malcapitati sfoggiano, oltre a coltelli e pistole piuttosto “ordinari”, una mitraglietta (!!!) che a pag. 36 spara una scarica udibile fino alle Bahamas. Ma la Gendarmerie resta defilata.
6) a pag. 59 scopriamo che Demian non è così bruto come credevamo: al chiaro di luna, inforca un paio di occhialetti alla Philippe Daverio e a petto ignudo legge “Le fleurs du mal” di Baudelaire. I conati di vomito ritornano per la seconda volta, dopo che a pag. 4 già avevo potuto assaporare l’intelligenza del giustiziere armato appollaiato sopra l’articolo di Maurizio Colombo.
7) Già vi siete annoiati, lo so, e pensare che dobbiamo arrivare a pagina 130 (alla faccia della mini-serie…).
8) a pag. 74 Demian fa vedere ai lettori le sue capacità pelviche. Decisamente inutili vignette di questo tipo.
9) a pag. 90 si parla di scontri a fuoco, inseguimenti, spedizioni punitive e incursioni notturne, tutto questo a conoscenza dei coniugi che hanno salvato Demian e in nome della giustizia??? Mah…
10) pag. 91: altri movimenti pelvici (no, non sono due scogli quelli, ma le cosce di Virginie).
11) da pag. 97 i disegni, già brutti prima, diventano orribili, affrettati; sembrano più degli schizzi per delle bozze che tavole definitive. Insomma, dei disegni così brutti non li avevo mai visti.

Potrei aggiungere altri undici punti, ma questi bastano e avanzano.
Aggiungo solo l’enorme quantità di errori e dimenticanze nelle tavole: braccialetti ai polsi che cambiano posto o scompaiono, bottoni delle camicie che si moltiplicano, orecchini che da oblunghi diventano tondi, pistole che passano dalla mano destra alla sinistra, sandali che diventano scarpe chiuse, ecc… sfogliate e ve ne renderete conto!
E questo dovrebbe essere frutto di un sapiente lavoro durato due anni??? Ma va', va'!
Per me le avventure di Demian si fermano al primo numero.

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