L’ultimo film di Woody Allen, che vede il suo ritorno anche davanti alla macchina da presa, ha molti aspetti che ricordano “Match Point”: l’ambientazione - ancora una volta l’upper class londinese - la presenza di un “presunto” omicida, una storia d’amore in cui uno dei due fa parte dell’alta società, brani di musica classica come accompagnamento sonoro e Scarlett Johansson di nuovo nei panni di uno dei personaggi principali.
Ma i toni non sono più quelli cupi e monotoni di “Match Point”, questa è una vera e propria commedia in salsa thriller, in cui Allen è riuscito (nonostante l’ambientazione inglese) a sfoggiare le sue più classiche battute sull’ebraismo, l’America (Allen impersona infatti un americano a Londra), gli psichiatri e tutte quelle battute sottili che coinvolgono sempre lo spettatore.
La comicità, la bravura degli attori (Allen è sempre lo stesso e la Johansson è veramente coinvolta nella parte) e un giallo da risolvere che non ha nulla da invidiare ai film di Hitchcock, non lasciano mai calare il ritmo della pellicola, anche se il finale, con quel “botto” dopo il quale tutta la sala si è messa a ridere di gusto, fa abbassare il tono comico e l’ultima battuta pronunciata dalla Johansson sembra quasi un funebre epitaffio destinato non solo al personaggio interpretato da Allen ma anche al regista stesso...
8/10
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