mercoledì 21 gennaio 2009

Ultimi due libri del 2008

Il disprezzo

Alberto Moravia

Bompiani, 9 €

Un'altra lunga e approfondita analisi psicologica scritta dal grande Alberto Moravia.

In questo romanzo Riccardo racconta in prima persona il disfacimento del suo matrimonio con Emilia, la donna della sua vita che ama profondamente dal primo giorno di fidanzamento. Ma non è lo stesso per lei, che pian piano si allontana inspiegabilmente dal marito fino a disprezzarlo.

Perché tutto questo? Riccardo nel corso del libro cerca di darsi una spiegazione e, a mio parere, il perché sta tutto nel fatto di essere riusciti finalmente a trovare una stabilità economica: Riccardo tramite il suo lavoro di sceneggiatore comincia a guadagnare lautamente e a lasciarsi alle spalle i sacrifici quotidiani ai quali costringeva anche Emilia; proprio il benessere e il passaggio ad un ceto sociale più elevato saranno la tomba dell'amore tra Riccardo ed Emilia...

Moravia è talmente bravo e profondo nel mettere sotto esame gli uomini che ogni suo racconto non mi stanca mai. Riesce sempre a far risaltare le dinamiche umane più nascoste partendo da storie o piccoli episodi semplicissimi, in questo caso una storia d’amore tra due persone come tante. Certo, non sono storie che emozionano per il solo fatto di essere tali – non c’è nulla di eclatante e avventuroso in quello che viene narrato - ma appassionano per il modo in cui vengono studiate e descritte nei minimi particolari.

In questo romanzo poi è grandioso il parallelo indiretto tra L'Odissea e la situazione sentimentale dei due protagonisti.

8/10

Il fasciocomunista – Vita scriteriata di Accio Benassi

Antonio Pennacchi

Piccola Biblioteca Oscar, Mondadori [regalo!]

Ho fatto l'errore di vedere prima il film e poi avvicinarmi alla lettura del romanzo. Ne sono rimasta così in parte delusa.

Il film si "ispira" e non si basa sul romanzo di Pennacchi, ne ha preso solo spunto e poi Luchetti c'ha fatto un po' il cazzo che gli pareva, pur costruendo un film bellissimo; ma se lo confrontiamo con l'opera di Pennacchi ha sì e no in comune solamente il periodo storico e il personaggio principale.

Pensando quindi di leggere pari-pari la storia del film, la mia sorpresa è stata grande nel constatare che il vero Accio Benassi (alterego dell’autore) è uno stronzo, aggressivo e fancazzista. Cambia idea politica come cambia il vento e alla fine, al contrario del film, della sua famiglia non gliene può fregare di meno.

Interessante lo sguardo sociale-politico del periodo italiano preso in oggetto (anni '60 e inizio '70), anche se la seconda parte del racconto si fa confusionaria e poco coinvolgente. Buona la prima invece, dove non mancano divertimento ed ironia contrassegnati da uno stile di scrittura in cui le parole si accavallano l’una sull’altra, non c’è linearità, e tutto è istintivo proprio come il sentirsi del protagonista, peccato però che come personaggio di carta faccia venire veramente il nervoso...

Conclusione: un libro riuscito a metà che non c'entra una fava col film.

5½/10

p.s.: Oh comunque, Luca, grazie per avermelo regalato nel 2007 per il mio compleanno! ;-))

Nessun commento:

Posta un commento