venerdì 6 febbraio 2009

Primi libri del 2009

L’albero di Giuda

Archibald Joseph Cronin

Tascabili Bompiani, Bompiani [regalo!]

Dopo un primo entusiasmo per la produzione letteraria di Cronin, ultimamente tutto quello che prendo in mano di suo mi sembra triste oppure scadente.

E scadente è il caso di “L’albero di Giuda”, sicuramente non fra i migliori romanzi di questo scrittore (La cittadella, Il castello del cappellaio, Anni verdi, ecc.): troppo patetico e sdolcinato, è la storia di un ricchissimo uomo quasi sessantenne che dopo aver vissuto nel cinismo e nell'aridità dei sentimenti decide di tornare nel paese natio in cerca di quella che fu trent'anni prima la sua promessa sposa.

Nei primi 2/3 di libro si sprecano frasi da telenovela e un sentimentalismo troppo ordinario; nell'ultimo terzo invece la situazione si ribalta a favore di un finale crudo e desolante in cui trionfa una drammaticità ingigantita dal messaggio principale: chi ha sempre vissuto tra egoismi, attaccamento ai beni materiali, arrivismo e cattiveria avrà quel che si merita... ma la morale non basta per rendere memorabile il racconto.

P.s.: libro letto per la sfida di S. Valentino (che, visto che siamo già al 5 febbraio e mi manca ancora un libro, si può dire che ho perso).

5½/10

Il sergente nella neve

Mario Rigoni Stern

Einaudi

Ho scoperto il libro più famoso di questo autore troppo tardi, quando ho saputo mesi fa della sua morte al telegiornale. In casa gira da secoli la copia che mia mamma nel 1969 aveva letto durante il secondo anno delle medie, così all’inizio di gennaio l’ho aperto e in meno di una settimana l’ho divorato.

A mio parere non è un romanzo "eccelso", è frammentario, sbrigativo in alcuni punti, ma comunque riconosco che è un documento tra i più validi a dimostrare che cosa fu in realtà quella guerra - e tutte le altre che vennero poi - e che i conflitti di qualsiasi tipo non portano a nulla se non a perdite umane, sofferenza, pazzia, desolazione. Detto da uno che partì volontario per la guerra è un'estrema dichiarazione di pacifismo.

A fronte però di tanta sbrigatività, schiettezza o concretezza – chiamatela come volete - nel raccontare, ho trovato bellissime e toccanti le ultime due pagine del libro, più belle anche delle descrizioni poetiche dei luoghi cari e quelle sulla famiglia e la fidanzata lontana, e mi è venuto anche il magone nel leggerle.

Sì, pur avendo dei difetti è davvero un bel libro.

8/10

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