sabato 14 febbraio 2009


Gatti molto speciali

Doris Lessing

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In questi giorni c’è un forte vento, io lo trovo sempre molto suggestivo. La mia gatta invece quando esce in giardino si inquieta a vedere i rami degli alberi e i cespugli sbattuti così violentemente.

Questo è sicuramente indice di due modi diversi di veder e percepire le cose, non solo perché io sono umana e lei gatto ma perché anche gli animali nel loro piccolo hanno la propria personalità ben distinta.

E da qualche giorno ho scoperto che anche Doris Lessing è convinta della stessa cosa. Ne parla in quel piccolo libro che è “Gatti molto speciali”.

E’ il racconto del rapporto che fin da bambina ha avuto coi gatti di famiglia e mentre parla di loro, delle loro esperienze, delle loro abitudini, della loro vita insomma, riesce a far diventare quello che a primo acchito può essere considerato un semplice libro di memorie affettuose dei felini di casa, un piccolo saggio sulla psicologia del gatto.

Ovviamente limitato ai gatti che Doris ha conosciuto dall’età di tre anni fino al momento della stesura del libro (la prima parte è del 1967, la seconda del 1989), ma sufficiente per far capire al lettore quanto questa teoria la si possa applicare a qualsiasi gatto; perché alla fine quando ci troviamo di fronte a loro non dobbiamo mai pensare che siano tutti uguali, con gli stessi bisogni e le stesse abitudini. Ognuno è un essere a sé, proprio come noi umani che facciamo parte di una razza ritenuta evoluta al contrario di loro.
E mi trovo perfettamente d’accordo con lei.

Il primo gatto è arrivato in famiglia quando avevo cinque anni, era un gattino rosso che col tempo è diventato un micio enorme, o forse era solo il mio punto di vista di bambina a farmelo vedere così alto, con le zampe lunghe. Si chiamava Cicio e ora da adulta posso perfettamente trovare le differenze tra il suo comportamento e quello dei gatti e gatte che sono venuti dopo di lui.

Insomma, i gatti quando entrano in casa acquisiscono di diritto un posto specifico in famiglia e dato che da quel momento li si considera facenti parte a tutti gli effetti del nucleo famigliare, come potremmo considerarli genericamente, senza annotarci pian piano con la conoscenza quello che a loro piace e quello che guardano in maniera schifiltosa, sapere che preferiscono dormire in un certo posto piuttosto che ricordarsi di dover scostare le tende ché a quella data ora del mattino si siedono sul davanzale della finestra ad osservare quello che accade fuori, ecc.? Sarebbe davvero poco rispettoso e loro se ne risentirebbero. Proprio come potremmo fare noi.

9/10

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