sabato 13 gennaio 2007

"Apocalypto" di Mel Gibson (2006)



C’è chi dice che questo film sia ridicolo e chi invece lo esalta a capolavoro.
Personalmente lo definirei un buon film e basta, senza complimenti pompati né dure critiche negative, perché in fondo Mel Gibson ci sa fare, certo senza toccare le punte dell’olimpo, ma ha talento.
Destreggiandosi con velocità da un registro all’altro, dalla pace domestica nel villaggio dei Maya legati alla tradizione e in maniera simbiotica alla natura, fino a un’atmosfera completamente diversa in cui l’arrivo della tribù “evoluta” introduce violenza, sadismo e combattimenti all’ultimo sangue.
Da una storia però il cui fulcro è l’epopea di un popolo costretto a combattere il progresso, introdotto al suo interno anche da se stesso come l’altra tribù - quella cattiva, non ho trovato momenti epici pieni di poesia in cui viene elogiata la rivendicazione della tradizione, della fratellanza e il rispetto per la natura; è tutto molto accennato e la pecca del (comunque) bel film è l’aver focalizzato 2/4 di trama sulla fuga dell’eroe di turno, capace di annoverare le scene più spettacolari e di grande coinvolgimento emotivo per lo spettatore, ma dopo le quali sono palesi le troppe dimenticanze della sceneggiatura: che fine hanno fatto tutti gli altri personaggi? [sto sul vago... per chi non avesse ancora visto il film]
Delle lacune, queste, che riducono buona parte del film a puro intrattenimento visivo, piuttosto semplice, grazie anche ai dialoghi ridotti all’osso e nemmeno troppo impegnativi da seguire tramite i sottotitoli.
Un film quindi che punta più allo svago che al messaggio vero e proprio che appare in citazione all’inizio del film: “Una grande civiltà viene conquistata dall’esterno, quando si è distrutta dall’interno - W. Durant”.
E’ un peccato perché il finale riesce a riscattare il buon lavoro svolto dal regista, e a tornare sui suoi passi dopo aver prodotto un ottimo inizio e l’agghiacciante sequenza dell’arrivo nella città delle piramidi e del sacrificio, ma è talmente breve che non rende del tutto giustizia.
Ho l’impressione che Gibson abbia da subito avuto l’intenzione di creare un film capace di attirare l’attenzione sia di chi cerca contenuti validi, che chi invece un prodotto alla “Rambo”, per la serie “accontentiamo tutti così bisso il successo di botteghino de “La passione di Cristo”.
E il Mel così mi scade un po’...

7½/10

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