martedì 16 gennaio 2007

"Una trilogia inglese" di Floc'h e Rivière - ed. La Repubblica

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I francesi Floc’h e Rivière firmano in coppia questa trilogia interamente ambientata in Inghilterra tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50.
Tre storie caratterizzate dal tratto detto “linea chiara”: tecnica che prevede segni netti, nessuna ombreggiatura, ballons rettangolari e scenografia dettagliata in maniera maniacale (ad esempio suppellettili di ogni genere occupano i mobili presenti nelle vignette, anche nei punti più nascosti, le case sono disegnate mattone per mattone, l’abbigliamento è talmente curato da lasciare il lettore sorpreso).
I personaggi feticcio di Floc’h e Rivière sono la scrittrice Olivia Sturgess e il sosia di Groucho Marx, Francis Albany (in copertina).
Sono loro a condurre e risolvere i misteri che segnano le tre storie presenti nel volume, misteri soprannaturali o più semplicemente delitti perfetti.
Ma sono tre racconti in cui prevale una certa spocchia francese e, tenendo conto che la classe sociale protagonista è la media borghesia inglese notoriamente sofisticata, il mix è esplosivo (in senso negativo...). La summa di queste fastidiose impressioni la si può trovare nel primo racconto sottoforma di lettera illustrata, che va separato dalla trilogia vera e propria: Olivia, alla morte di Francis, scrive una lettera d’addio all’amico ormai scomparso in cui per venti pagine (tralasciando quelle composte da soli disegni) non fa altro che dire quanto era bravo Francis, quanto era intelligente, quante persone famose conosceva, quanto era questo, quanto era quello. Nervosismo alle stelle.
Dopodiché il mio encefalogramma è precipitato nella noia più totale nell’immergersi nei tre racconti successivi che leggerli è come vedere lo stesso episodio del Tenente Colombo per sessantacinque volte di fila, e ha avuto dei picchi di attività celebrale solo alla vista dei disegni che, come già accennato, sono il segno caratteristico di questa coppia di autori.
In conclusione, un fumetto che non mi ha entusiasmata molto.
Meglio concentrarsi sulle tavole.

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