giovedì 4 gennaio 2007

"Un'ottima annata" di Ridley Scott (2006)


Un traccagnotto broker londinese (Rusell Crowe) eredita una villa con annesso vigneto in Provenza dal nonno passato a miglior vita; ma lui, già ricco e potente, che se ne fa di tutta quell’eredità? La vende infatti, ma per farlo deve recarsi sul posto.
Tra un “bicèrot de vin e l’alter”(*) rimembra il tempo che fu: guarda la piscina in giardino? e si ricorda di quando lì faceva il bagno col nonno; ispeziona la cantina? e si ricorda di quando lì ci stava il vino a fermentare; vede una poltrona di vimini? e si ricorda che lì il nonno ci si sedeva sempre sopra. Prevedibili sequenze causa-effetto ricoperte da una patina di melassa, durante le quali il sole sembra esser sempre lì-lì per tramontare (aka colori caldi, foglie che cadono, la brezza di fine estate, luce soffusa), ma non tramonta mai.
E in una storia di strazianti e diabetici ricordi, poteva mancarne una d’amore? E no, infatti il broker londinese, trasformatosi intanto da impettito uomo d’affari in campagnolo con canotta unta di sugo e zoccoletti di pelo, investe col suo bolide una franscese fanciulla e trova ricchi premi e “Cotillard”.
Si arriva ai titoli di coda a tarallucci e vino.

Ridley Scott dirige e produce - quindi se l’è suonata e cantata da solo - una vera e propria cagata, in cui compaiono anche una ragazza che si spaccia (?) per la figlia del vegliardo, spassosissime (???) gag a cui i fratelli Vanzina ci fanno un baffo, freudiani dilemmi esistenziali che (dovrebbero) indurre anche lo spettatore a farsi un esame di coscienza [dove sto andando? cosa sto vivendo?] e i pregiudizi Francia vs Inghilterra e viceversa.
Dov’è finito lo Scott di “Alien”, “Blade Runner”, “Il gladiatore”?
Ridley, ripigliati!

con tutto ‘sto vino mi è venuta la cirrosi

5/10

(*) tra un bicchiere di vino e l'altro

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