sabato 11 marzo 2006

"Aphrodite" di Pierre Louÿs | "Gente del Wyoming" di E. Annie Proulx


“Aphrodite” è una tragedia in cinque atti sottoforma di romanzo che vira sull’erotico.
Come Colette, anche Louÿs condanna l’omosessualità maschile ma approva l’amore tra donne, e giustifica questo concetto sostenendo che se una coppia è formata da due donne è perfetta, altrimenti se non ce n’è nemmeno una allora è una coppia di idioti.
Dato che il suo parere era condiviso da altri, credo che all’epoca la pensassero tutti così, ma sapendo che Louÿs nutriva “simpatiche amicizie” per Gide, Wilde e Debussy (tanto per citarne alcuni), mi sono sorti dei dubbi sulla veridicità di quanto sostiene sull’omosessualità.
Quanto al libro, credo che il voler scrivere una tragedia greca in prosa non ricompensi la particolare bellezza del testo in sé, che mi è parso così un libricino condito da tutti quegli elementi che facevano fremere di libidine gli uomini prima dell’arrivo delle videocassette porno.
Il romanzo sembra scritto appositamente per soddisfare un determinato pubblico, cercando però di camuffare il tutto sotto una parvenza di letteratura alta.
In questo senso preferisco di gran lunga il ciclo di Claudine di Colette, che almeno non maschera le intenzioni del libro sotto falsa “classe”.

5½/10


Forse non tutti sanno che… questo romanzo è stato da poco ristampato sotto il titolo “I segreti di Brokeback Mountain”.
Facili le conclusioni: sei mesi fa nessuno conosceva questo libro, ma da quando ne è stato tratto un film, in molti hanno trovato tre orette scarse per leggerlo (pure io, neh…).
Per chi si è avvicinato al testo dopo aver visto la sua versione in celluloide e viceversa, non rimarrà deluso in nessuno dei due casi: per essere un lungo racconto che ripercorre più di vent’anni di vita dei due protagonisti, è davvero ben sviluppato e, al contrario di quei casi in cui l’autore è costretto a condensare in due righe cinque anni (o più) di esistenza dell’eroe di turno, in questo caso lo “stratagemma” non stona.
Anzi, la Proulx è molto brava in questo, anche perché tutta la struttura del libro è basata su questi salti temporali e flash-back.
La psicologia dei protagonisti però non è molto approfondita, cosa che nel film è più incisiva (forse anche per l’aggiunta di episodi non presenti nel testo originale e inventati di sana pianta dagli sceneggiatori).
L’impressione che mi ero fatta riguardo al messaggio del film (è un inno agli omosessuali, oppure no?), viene riconfermata: anche nel libro quella che viene narrata è solo una storia d’amore.

7/10

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