domenica 18 dicembre 2005

"Mean Creek" di Jacob Estes

Trama: Sam, aiutato dal fratello maggiore Rocky e dai suoi amici, attua un piano per vendicarsi delle angherie subite da George, il bullo della scuola. Dopo aver conosciuto meglio il nemico, Sam decide però di mandare a monte l’accordo. Ma ormai è troppo tardi...

In “Mean Creek” sono presenti molti degli elementi riconducibili a romanzi come “Il signore delle mosche” e “Pic nic a Hanging Rock” in cui la storia si evolve e termina grazie, o purtroppo, al rapporto che l’uomo instaura con la natura; questa relazione sconvolge la mente dell’uomo che si trova così sopraffatto e perso in una dimensione, quella naturale, che non riconosce o dalla quale si sente attratto fino alla perdita della coscienza di sé.

Nel film i protagonisti più si allontanano dalla “civiltà” seguendo il corso del fiume su di una barca, più ognuno di loro si lascia trasportare dalla situazione in cui si trovano fino a perdere totalmente il controllo nella scena che sarà determinante per lo svolgersi del film.

Sam e gli amici sono “imprigionati” su di una barca dalla quale non c’è via di fuga, soggiogati dalle decisioni di uno di loro che già aveva dato segni di squilibrio nel momento in cui lasciano la terraferma.

L’impossibilità di fuggire è anche sottolineata dal tentativo di cercare un aiuto al di fuori dalla cerchia che si è creata fra i protagonisti, tentativo che va però a vuoto dato che l’unica risposta che ricevono è solo l’eco delle loro voci; questo fa notare maggiormente come i ragazzi siano immersi in una dimensione parallela in cui nessun altro può intromettersi e in cui si perde la cognizione della realtà e del tempo (uno di loro chiederà infatti “Che ore sono?”, proprio come in “Pic nic a Hanging Rock” in cui tutti gli orologi si fermano inspiegabilmente).

Il ritorno alla realtà, il risveglio per i protagonisti si ha quando, calata la notte, la natura circostante non è più visibile e, anzi, viene simbolicamente “uccisa” da Millie, l’unica ragazzina del gruppo, che pugnala (è proprio il caso di dirlo…) una lumaca.

Il film sotto questo punto di vista è davvero molto interessante, la storia però raccontata è la solita di tipo adolescenziale in cui alcuni giovani sono alle prese con dei giochi pericolosi, il cui film capostipite potrebbe essere “Gioventù bruciata” con James Dean (anche se lì i protagonisti studiano già all’Università).

Bravi i giovani attori fra cui Rory Culkin, fratello del più famoso Macaulay, bella la colonna sonora, un po’ meno le inquadrature sfocate e traballanti in alcune scene (e non mi riferisco certo alle riprese fatte con la videocamera da George!).

7/10

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