venerdì 20 gennaio 2006

"5x2 - Frammenti di vita amorosa" di François Ozon (2004)


Trama: cinque momenti della vita di due persone che hanno deciso di sposarsi. I “frammenti di vita amorosa” sono visti però partendo dall’ultimo che segna il divorzio dei due, per risalire fino all’incontro che ha cambiato la vita ad entrambi.

La vita di Marion e Gilles è stata davvero “amorosa”? Il film inizia (oppure finisce…) con i due coniugi che si rivedono dal notaio esclusivamente per porre fine alla loro vita di coppia.
Entrambi firmano le carte senza ripensamenti, se non quando, rintanati in una squallida camera d’albergo, consumano per l’ultima volta il loro amore; Gilles in particolare lo fa in maniera brutale e violenta, costringendo Marion ad un rapporto sessuale che non ha nulla di “amoroso” e che mi ha dato l’impressione di vedere un uomo che violenta la propria moglie perché tanto ormai “sua moglie” non lo è più, e si può prendere qualsiasi libertà con quella che ormai non è nient’altro che una sconosciuta.
Nonostante questo però Gilles chiederà a Marion di riprovare a ricostruire qualcosa, ma ormai Marion è decisa a uscire dalla sua vita per sempre, e la vediamo attraversare lo stesso corridoio dell’albergo, che prima aveva percorso fianco a fianco con Gilles, da sola; e sola era anche in tutti i momenti più importanti della sua vita: durante il parto, mentre l’indifferente Gilles si mangia una bistecca al ristorante, sola durante la prima notte di nozze mentre Gilles dorme in panciolle sul talamo nuziale.
Non viene però esplicitamente detto di chi sia la colpa per la fine del matrimonio, ma personalmente credo che sia di entrambi, nessuno dei due si è mai impegnato veramente, la stessa Marion aveva spinto il marito in quell’orgia in cui Gilles la tradisce sotto i suoi occhi e che ci viene raccontata durante una cena con amici, e i tradimenti non sono nemmeno esclusiva di Gilles, ricordate cosa fa Marion nella penultima sequenza?
Ma come sempre ci sono i pro e i contro, i contro: la mediocre scena del giochetto dell’animatore turistico italiano (ma all’estero adesso crederanno che noi italiani siamo tutti burini?); Valeria Bruni Tedeschi che, nonostante mi sia sempre piaciuta e che ho apprezzato in film come “La parola amore esiste”, qui ha avuta la brutta idea di doppiarsi da sola in italiano; i brani di canzoni italiane anni ’60 che dividono le cinque parti del film e che sembrano sistemati ad arte (troppo!) per seguire gli stati d’animo dei protagonisti; i pro: bravissimi attori, dai due principali fino a quelli secondari, la bellissima canzone di Paolo Conte e dialoghi sempre appropriati.
Però, che visione negativa del matrimonio… nemmeno l’ultima scena, in cui Marion e Gilles si allontanano dalla riva della spiaggia mentre il sole al tramonto ci mostra una fotografia poetica di quello che i due giovani avevano sognato per il loro amore, serve a sollevare lo spettatore (io) che ha sempre impresso nella mente la prima sequenza in cui i due si separano per sempre.
Come dire, l’amore non esiste?

8/10

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