martedì 17 gennaio 2006

"Le lettere da Capri" di Mario Soldati


Trama: Mario segue l’intricato evolversi della storia d’amore tra l’amico americano Harry, sua moglie Jane e l’amante italiana Dorothea, attraverso un copione scritto da Harry per un ipotetico film.

Il libro di Soldati, pubblicato per la prima volta nel 1954, per le tematiche trattate è ancora oggi molto attuale. Dietro un’apparente storia insipida, già vista e letta, quello che rende questo libro davvero notevole è l’analisi psicologica dei tre componenti del triangolo amoroso.

Attraverso gli occhi di Mario che legge il copione scritto da Harry per un film che forse non verrà mai girato, seguiamo le vicende complicate e problematiche di Harry che si deve destreggiare tra la moglie e l’amante.

L’evolversi del rapporto che l’uomo ha con le due donne è intervallato da lunghi paragrafi in cui Harry si abbandona sul filo dei ricordi analizzando minuziosamente le sensazioni e i pensieri che le due donne suscitano in lui.

Jane e Dorothea sono l’una l’opposto dell’altra: quanto più la prima è composta e ben ingabbiata nel ruolo di mogliettina della classe media americana, tanto la seconda di riflesso è carnale, sensuale, prorompente e viva.

In un altalenante desiderio di abbandonarsi prima a Jane e poi a Dorothea, Harry non sa decidersi su chi delle due avrà il privilegio di restargli accanto per tutta la vita. Mentre Harry è con Jane, desidera in modo maniacale fino alla pazzia di stare con Dorothea, ma una volta raggiunto l’obbiettivo ritorna ad essere il solito indeciso e titubante e a preferire la dolce e mite compagnia della moglie.

In questo vortice autodistruttivo ci stava anche per cascare Mario, che conosciuta per caso Dorothea, ne rimane folgorato per la bellezza mediterranea e la capacità innata di sedurre qualsiasi uomo anche involontariamente. Ma ad un rifiuto categorico della donna, Mario si defila rimanendo nell’ombra per tutto il resto del racconto.

Harry non è l’unico ad avere una doppia identità che sfoggia alternativamente con Jane e con Dorothea; Jane infatti, dietro un’apparente normalità, nasconde un animo ancora più debole di quello che dimostra, facile da sottomettere sia psicologicamente che fisicamente. Il tutto è rivelato in una serie di lettere (quelle del titolo) che la donna scrisse ad Aldo, il suo amante italiano.

Quindi Aldo è per Jane quello che Dorothea è per Harry.

Le figure di Dorothea a Aldo rimangono però solo accennate, infatti dei due personaggi non verrà mai dato un quadro netto e chiaro, come invece è stato fatto per Harry e Jane. Forse perché i due amanti italiani rappresentano solo ciò che i due giovani americani hanno sempre sognato di essere, ma che per costrizioni di tipo famigliare e legate alla classe sociale a cui appartengono, quella americana perbenista e bigotta, non si sono mai azzardati a rendere reale.

Così, in una serie infinita di tradimenti, fraintendimenti, paranoie e felicità solo apparente, il trio, anzi, il quartetto, si consuma fino al triste e sconsolato finale, in cui nessuno ha ottenuto quello che ha sempre desiderato, in un’incertezza che non avrà fine.

8/10

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