domenica 22 gennaio 2006

"Jules e Jim" di François Truffaut (1961)


Ho sempre una certa difficoltà nel commentare e recensire i film di Truffaut, e dato che ora mi trovo davanti a una delle sue opere da sempre reputata come un capolavoro, beh… di male in peggio! Ho l’impressione che se criticassi negativamente questo film, mi attirerei le ire di tutti gli spettatori che “osannano” Truffaut.
Ma proseguo.
Jules e Jim si rivelano subito essere due ventenni (nonostante l’età degli attori che li impersonano sia molto più in là) che agli inizi del Novecento a Parigi, la capitale del vizio (se mi permettete questa definizione…), trascorrono le giornate in un turbinio di relazioni passeggere e superficiali con ogni donna abbastanza attraente che capiti loro sottomano.
Jules però è dei due quello che cerca di tenere di più i piedi per terra e sarà il primo a soffrire per una ragazza che lo preferisce con il primo uomo che incontra in un locale; e sarà sempre Jules a innamorarsi ricambiato della bella Catherine e a voler creare una famiglia con lei, non prima però di aver temuto (e a ragione) un’attrazione reciproca tra la futura moglie e il donnaiolo Jim.
Ma Catherine, catapultata in questa coppia inseparabile di cui lei ne diventerà la terza componente per sempre, sposa Jules ma sente irrefrenabile il desiderio per Jim.
La guerra separerà la coppia da Jim, e i due uomini saranno costretti a combattersi su due fronti diversi, come se già si stessero preparando alla contesa che vedrà pochi anni dopo come oggetto l’indecisa Catherine.
Catherine però è proprio come la si vede nella locandina del film (ma che non credo sia quella originale): gaia, felice (nonostante dei piccoli turbamenti, dovuti però solo al suo animo passionale) e sfuggente, infatti le silhouettes di Jules e Jim la rincorrono sullo sfondo arrancando con fatica e sembrano non ce la faranno mai a raggiungerla.
Alla fine sarà la stessa Catherine a decidere chi dei due avrà la vittoria, costringendo però il trio ad un tragico finale.
Ed è proprio il finale che credo sia riuscito male: nonostante tutto il film mi abbia anche commosso, il finale, che dovrebbe essere di una drammaticità e di un pathos non irrilevante, non sembra essere riuscito a dovere, le immagini mi sono scivolate addosso come nulla a causa della voce fuoricampo troppo invadente e soprattutto a causa della musica che avrebbe dovuto virare su di un tono più tragico, mentre resta la stessa di tutto il film.
Truffaut è riuscito a dare piccole varianti ai personaggi principali rispetto al libro omonimo da cui è tratto (e che non mi era piaciuto affatto), rendendolo davvero un bel film.
Catherine risulta così essere una donna razionale ma allo stesso tempo talmente passionale da esser capace di “colpi di testa” come quello di abbandonare marito e figlia per molti mesi; nel libro invece mi è sembrata solo una donna isterica e il cui gesto di minacciare con una pistola Jim era solo un altro dei suoi momenti di schizofrenia, nel film invece questo acquista un significato più profondo e chiaro: l’estremo gesto di una donna che è disposta a tutto pur di trattenere al suo fianco l’uomo che ama.
Jules nel libro mi è parso un ragazzo solo e stupido, mentre nel film è un uomo capace di gesti teneri e amorevoli nei confronti della figlioletta, con la quale passa la maggior parte del tempo quando Catherine lo lascia per Jim, e verso la moglie che non ha mai smesso di amare e che abbraccia con passione nella commovente scena in cui Catherine gli rivela di voler abbandonare anche Jim.
La figura di Jim nel film non ha molte differenze dal libro, ma nel film risulta essere più maturo e la sua amicizia con Jules risulta essere più forte.

8/10

P. S.: Consiglio però di guardarlo in lingua originale, dato che i tre protagonisti parlano svariate lingue che nella versione italiana vengono ridotte a una (la nostra), questo rende un po’ confusionari i dialoghi, alcune battute dette in italiano (che corrisponderebbe al francese dell’originale) vengono in realtà pronunciate in tedesco.

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