mercoledì 25 gennaio 2006

"Eccezzziunale veramente, capitolo secondo... me" di Carlo Vanzina (2005)


Schiacciata da giovani bevitori di birra alle 22:40 di un lunedì sera, spero che con l’inizio dei titoli di testa si cominci a sentire un po’ di silenzio in sala.
E infatti con le prime note del brano scritto più di vent’anni fa da Detto Mariano, tutti ammutoliscono.
I lunghi titoli di testa servono infatti solo per permettere agli spettatori di riascoltare la canzone che nel 1982 ha segnato nell’Olimpo del trash Abatantuono e il suo personaggio “terruncello”.
In questo seguito Abatantuono si divide ancora in tre, rappresentando il cittadino italiano del nord e del sud, con tre storie che non hanno nulla in comune.
Fa da collante alle tre vicende, la voce fuori campo di un narratore gasato simile a quella degli speaker radiofonici (e guarda caso uno degli sponsor, presentato con chiara pubblicità occulta, è proprio una stazione radio…).
Tralasciando Abatantuono, che ha già dimostrato di essere un attore capace di destreggiarsi anche con ruoli non solo legati alla comicità italiana, e Sabrina Ferilli (di cui mi chiedo: “Ma che cosa le ha fatto il chirurgo plastico???”), il resto del cast è composto da redivivi attori degli anni ’70-’80 e nuovi (si fa per dire…) nati dai reality di casa nostra (Raffaello Tolon), più varie comparsate dal mondo calcistico.
Superflua secondo me l’interpretazione di Anna Maria Barbera, che in questi ultimi anni non è ancora riuscita a disfarsi del personaggio di “Sconsy”, rimanendo quindi la macchietta di sé stessa.
Le battute davvero riuscite non mancano, anche se a volte si scade nel grossolano (come con “Mi sono sempre piaciute le donne che schiumano!”) e in battute già trite e ritrite, con le quali però si va sul sicuro per il divertimento di tutti i tifosi, purché non siano interisti.
Da notare che alla battuta pronunciata dalla Barbera sul film di De Sica, il cui titolo è stato storpiato in “I giardini dei Finti Scontrini”, nessuno in sala ha riso e il ragazzo dietro di me ha sussurrato all’amico “Ma cosa vuol dire ‘sta battuta?”.
Per tutta la durata del film sembra che le tre storie si debbano incrociare in qualche modo, cosa che però non succede e il film termina con un epilogo non più raccontato dallo speaker esaltato, ma da uno dei tre personaggi principali.
Ma nemmeno l’epilogo serve a risolvere appieno le tre storie, che rimangono così terminate bruscamente, con al loro interno alcuni episodi chiusi senza pochi preamboli con la fretta di finire il film.
Il film è quindi un po’ quello che è: l’ennesima riesumazione dei trash-movie italiani degli anni ’80, in cui non serve saper recitare.

6/10

P. S.: “eccezzziunale veramente” la puzza di birra che aleggiava in sala durante la proiezione del film.

Nessun commento:

Posta un commento