sabato 8 ottobre 2005

Affinità



“Affinità” di Sarah Waters

Trama: Londra, 1874. A seguito della morte del padre e di un tentativo di suicidio, Margaret Prior, giovane di buona famiglia nella Londra vittoriana, decide di svolgere attività di volontariato con le detenute della prigione di Millbank. Tra loro c'è Selina Dawes, di professione medium, giudicata colpevole di frode e aggressione. Margaret prova compassione per quella giovane apparentemente innocente, ma si sente anche attratta dalla sua indole enigmatica e dai suoi inquietanti poteri.

Terza opera, in ordine di pubblicazione, di questa autrice; anche questa volta le protagoniste sono donne e il punto di vista in prima persona viene alternativamente concesso all’uno e all’altro personaggio (in questo caso in base ai loro diari); ma mentre in “Ladra” il centro del racconto erano i bassifondi londinesi, qui la vicenda si snoda in gran parte nelle carceri della capitale inglese.

La trentenne Margaret e la giovane e bella Selina si conoscono per puro caso: se Margaret non avesse tentato il suicidio e non fosse caduta in depressione non avrebbe mai scelto di fare del volontariato alle detenute e, allo stesso modo, se Selina fosse stata più furba non sarebbe finita in carcere.

Ma si sa che la fortuna è sempre dietro l’angolo così come una zitellona da fregare e una ventenne di cui innamorarsi per riversare su di lei l’attenzione e l’amore perso dopo essere state lasciate dall’amante che improvvisamente finge di non essere più lesbica e si fidanza con vostro fratello.

Margaret e Selina instaurano tra loro, a poco a poco, una relazione platonica (ecco il perché del titolo che rifà il verso a “Le affinità elettive” di Goethe) nella quale però chi crede di avere “il coltello dalla parte del manico” si sbaglia di grosso… e si scoprirà tutto con l’insospettato, e ben riuscito, colpo di scena finale.

Essendo Selina una medium, durante il corso della vicenda faranno la loro comparsa anche l’occultismo, il paranormale ed interminabili e noiosissime pagine incentrate su questi argomenti; terminato però di leggere il libro la domanda che mi è sorta «Ma Selina ci fa o ci è?» non ha ancora trovato una risposta.

Mi hanno colpito le descrizioni dettagliate dell’ambiente, i vestiti, le case e i piccoli particolari come ad esempio la minuzia nella descrizione di una mano; su questo lato non c’è che dire: la Waters è molto brava, anche se si ispira un po’ troppo ad autori come Dickens e Hardy.

Il romanzo viene definito erotico, ma secondo il mio punto di vista le opere della Waters hanno molto poco di erotico, anche se almeno una relazione lesbica (presunta o reale) c’è sempre.

Ammetto che ho letto questo romanzo con piacere, la sua scrittura non è affatto noiosa e, anche se il mio giudizio non è ancora del tutto positivo, devo dire che… sì, la Waters sa scrivere e tenere incollati alle sue pagine i lettori, anche quelli più scettici come la sottoscritta.

6½/10

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