mercoledì 26 ottobre 2005

"La coscienza di Zeno" di Italo Svevo


Trama: Zeno Cosini, sollecitato dal proprio psicanalista, ripercorre le tappe più significative della sua vita scrivendole in un diario per riuscire a liberarsi da quello che sente essere un destino ineluttabile e per riuscire una volta per tutte a smettere di fumare.

Abbandonato a pagina 93 questo “capolavoro della letteratura del Novecento” l’ho trovato inconcludente e noioso. So che la regola fondamentale per avere il diritto di giudicare un’opera è l’averla finita di leggere, ma questa volta non ce l’ho fatta.

Il flusso di coscienza, tecnica utilizzata per far raccontare dallo stesso Zeno la sua vita, è difficile da seguire, soprattutto perché in alcuni punti stenta a seguire un filo logico, e alla fine fa confondere il lettore (o meglio, ha fatto confondere me...).

Il personaggio di Zeno è odioso, con quella smania di fumare e quell’aura da sfigato; per non parlare della moglie che sembra non interessarsi molto della sorte del marito dopo che questi è stato rinchiuso in una sorta di manicomio.

Per sapere se l’internamento di Zeno sia stato breve oppure no leggetevi il libro, che tanto quella storiella è raccontata nelle prime venti pagine e fin lì ci arrivano tutti…

1/10

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