domenica 16 ottobre 2005

Delicatessen



“Delicatessen - Delicatessen” di Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet (Francia, 1990)

Trama: Francia, tempo imprecisato. In un palazzo semidistrutto arriva l’ex pagliaccio Louison che si propone come tuttofare dello stabile; il macellaio, una sorta di despota che regna incontrastato sugli inquilini, accetta la proposta anche per far contenti i condomini che non mangiano carne da settimane…

Surreale a grottesco il primo lungometraggio di Jeunet e Caro, la cui ambientazione stenta ad essere riconosciuta per gli scarni riferimenti spaziali: ci troviamo in Francia solo perché i protagonisti hanno nomi francesi e parlano francese; indossano abiti e portano acconciature stile anni ’50, il mobilio degli appartamenti è consono a quel periodo ma le continue allusioni a “quello che succede in città” e ad una carestia che decima la popolazione anche in campagna non sembrano riportare direttamente al dopoguerra, molto probabilmente ci troviamo in un futuro prossimo.

Gli abitanti di questo palazzo in sfacelo, forse vittima di bombardamenti, sono divisi in due gruppi: i carnivori che risiedono negli appartamenti, e i vegetariani costretti a sopravvivere nascondendosi nelle fognature che si snodano sotto l’edificio.

I carnivori, aiutati da Clapet il macellaio che gestisce l’immobile e la macelleria annessa chiamata “Delicatessen”, esultano all’arrivo di un nuovo inquilino: la carne che da alcune settimane tutti aspettavano con bramosia, finalmente è lì a portata di mano, non importa se ci si debba votare al cannibalismo pur di riempire lo stomaco vuoto.

I vegetariani intanto preparano un attacco contro il macellaio, che già aveva fatto sparire uno di loro durante un attentato non andato a buon fine.

L’inizio del film è irreale quanto il suo seguito: durante un amplesso tra il macellaio e la sua perfida compagna ci vengono presentati tutti gli abitanti del palazzo mentre sbrigano le faccende di casa, suonano il violoncello, gonfiano la gomma di una bicicletta, ecc., e che concorrono ad aumentare con i loro rumori l’infernale fracasso dell’incontro carnale tra i due e a trasformarlo in musica.

Al suo arrivo Louison conosce Julie, la figlia del macellaio, già a conoscenza delle intenzioni barbare del padre nei confronti del nuovo arrivato.

Fra i due “giovani” si instaura una dolce amicizia che metterà a repentaglio i piani di Clapet, che si vede momentaneamente costretto a “servirsi” di carne da un altro inquilino: la povera vecchietta che passa le sue giornate a lavorare a maglia e che verrà pianta da tutti gli abitanti il giorno dopo l’omicidio quando ognuno ritirerà la sua razione di cibo in macelleria, razione amorevolmente avvolta in un cartoccio che sarà vezzeggiato e accarezzato al ricordo della sfortunata nonnina.

Clapet però prosegue nel suo obiettivo mentre Julie si vendica del padre recandosi dai “Trogloditi” (i vegetariani nascosti nelle fogne) e chiedendo loro di sbarazzarsi del padre in cambio di mais.

Il piano di Clapet sfuma quando scopre, seguito dagli inferociti inquilini, che Julie e Louison sono aiutati dai vegetariani e che saranno loro ad avere la meglio.

Bizzarra la scenografia completamente ricostruita in studio, i cui esterni sono sempre girati con poca luce quasi a indicare una notte che non ha fine, la luce calda del sole si intravede solo dalle finestre dell’appartamento di Julie l’unica inquilina che tenterà di porre fine alle usanze selvagge che dominano tutti gli altri abitanti e che verranno letteralmente spazzati via da un’ondata d’acqua scaturita dalle tubature rotte.

Mentre il lieto fine e l’amore trionfano, un’alba tenue e impalpabile sorge sul tetto del palazzo dal quale Julie e Louison vedono un futuro insieme senza più violenza.

I colori caldi e soffocanti impregnano la pellicola, caratteristica che sarà ripresa in parte in una delle successive opere di Jeunet: “Il favoloso mondo di Amèlie”.

L’idea di fondo è molto interessante, ma il film a tratti è noioso e l’unica nota comica è la presentazione di uno strano oggetto fatta da uno degli abitanti: il “rilevatore di stronzate”, oggetto che però non è riuscito a rilevare anche questa stronzata di film.

6/10

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