domenica 23 ottobre 2005

"La donna di Gilles" di Madeleine Bourdouxhe


Trama: Elisa vorrebbe solo vivere per e attraverso il suo amato Gilles, non essere altro che sua moglie, preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Ma il giorno in cui Elisa capisce che Gilles, suo marito, è diventato l'amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. Eppure sceglie di tacere e sopportare in silenzio il dolore che prova mentre Gilles diventa sempre più distante e indifferente e il suo ruolo di moglie si trasforma pian piano in quello di confidente che ascolta e consiglia il marito su come comportarsi con l’altra.

Prima opera di questa scrittrice belga pubblicata nel 1937 e poi dimenticata fino al 2004 quando il regista Frédéric Fonteyne decise di trarne un film.

La protagonista del breve romanzo è Elisa la cui esistenza sembra esser stata creata solo ed esclusivamente per Gilles, suo marito.

Elisa vive nell’attesa del ritorno dal lavoro di Gilles, per preparare il pranzo a Gilles, per sistemare la casa in cui vive con Gilles, per rammendare gli abiti indossati da Gilles, per ritrovare nella notte fra le lenzuola il corpo di Gilles.

Elisa ha avuto due figlie da Gilles, ma non sembra provare per loro un vero sentimento materno, più che altro sembra amarle solo perché nate da Gilles, e per questo le vede come un prolungamento di Gilles stesso.

Elisa ha una sorella, Victorine, giovane e bella, nota in paese per la sua avvenenza e la sua semplicità con cui passa da un giovanotto all’altro.

Delle “doti” di Victorine è inevitabile che anche Gilles se ne accorga, e per Elisa, che nel frattempo ha avuto un altro figlio da Gilles, sarà l’inizio di un interminabile, lugubre e angosciante giorno che durerà anni e sarà pieno di dolorosi compromessi, fino al risveglio di Gilles e della rinascita del suo amore per la moglie dimenticata per tanto tempo; ma ormai è tardi ed Elisa non vuole più essere la donna di Gilles.

Attraverso i pensieri e le parole di Elisa, raccontate in terza persona, assistiamo alla fine di un amore che poteva sembrare eterno e perfetto, ma che dal punto di vista del marito, al quale viene data la parola all’inizio della relazione con la cognata e quando la relazione fra i due ormai è finita, questo amore sembra non esser mai stato assoluto (basti leggere il lapidario e cinico pensiero di Gilles in relazione alla richiesta della moglie di raccogliere la neve dai gradini dell’ingresso).

Nel leggere la reazione di Elisa alla scoperta della relazione fra la sorella e il marito, e della conseguente decisione di sopportare tutto in silenzio e, per non spezzare ulteriormente il sottile filo che la lega al marito, di diventarne la confidente, sono rimasta sorpresa e ancora adesso, dopo aver terminato il libro, non riesco a capire come ci si possa ridurre in quel modo: significa perdere la dignità ed annullarsi totalmente per cercare di fare il male minore nei confronti di una persona che non si interessa più minimamente di noi.

Inoltre il scioccante e tetro finale sembra prendersi gioco della stessa protagonista: alla scoperta di essere considerata da una vicina di casa come la “padrona” del marito (“l’uomo di Elisa” dirà la vicina), rivelazione che quindi inverte i ruoli della coppia, la vicenda potrebbe prendere una piega diversa, ma l’autrice decide che niente ormai servirà a cambiare il destino di questa sfortunata donna che fino all’ultimo ha vissuto per un uomo che non la meritava.

La lettura del romanzo è scorrevole, anche se in 134 pagine non sembra succedere molto, se non fosse per un paio di avvenimenti che movimentano la situazione e la precisa analisi psicologica della protagonista e la grande capacità della scrittrice di analizzare con poche e brevi parole la mente di Gilles e quella di Victorine, personaggi secondari come tutte le altre persone che fanno da contorno al triangolo.

Ma l’argomento trattato non è uno dei più felici e l’orribile copertina del libro non aiuta il lettore a togliersi di dosso una pesante angoscia.

4½/10

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