mercoledì 10 maggio 2006

"Strangers in Paradise - Pocket" n. 5


Ci sono molte novità in questo numero di SiP, e la prima è strettamente collegata alla sequenza iniziale in cui viene illustrato un sogno di Francine. I disegni della sequenza onirica non sono però ad opera di Terry Moore, ma di Jim Lee, che io non conosco, ma di cui a prima vista non apprezzo il tratto, che stravolge completamente la fisionomia di Francine e Katchoo e che risulta essere troppo legato al classico stile “americano” (quello di Spiderman & Co. per intenderci), a differenza di quello originale di Moore che è molto realistico anche se con qualche punta caricaturale.
Credo però che nella versione cartonata i disegni siano stati a colori, altrimenti non si capirebbe la domanda pronunciata da Francine a pagina 10 e che nell’edizione economica rimane un po’ ambigua dato che tutte le pagine sono stampate in b/n.
Comunque a pagina 12 ritorna tutto al suo posto, o quasi, dato che da quel punto della storia vengono via via rivelati alcuni particolari sulla vita di Francine e Katchoo tali da farmi rimanere un po’ spaesata…
Ma Terry Moore è così, è capace nel giro di tre vignette di rimescolare le carte in gioco e costringerti a rivedere da capo tutti gli avvenimenti precedenti. La sua bravura inoltre la si nota da come riesce a coinvolgerti emotivamente, a renderti partecipe della storia, e ti ritrovi così a commuoverti davanti a sequenze come quella di pagina 79-84, dove la profondità delle emozioni dei protagonisti è sottolineata maggiormente dalla pioggia che inizia a cadere sempre più copiosamente.
La rabbia, la tristezza, l’amore, la felicità, l’insicurezza, ogni emozione e sentimento la si può trovare sui volti dei personaggi di SiP, e Moore è così fedele alla realtà che mai ti chiedi se in una situazione del genere avresti la stessa espressione, perché è proprio così che il tuo volto reagirebbe. Basta guardare le vignette a pagina 65-69 (che sono poi collegate con le successive di pagina 79-84), in cui la rabbia, la sorpresa, l’odio, stravolgono in maniera repentina Katchoo e David, fino a lasciarli nella più totale tristezza.
Ovviamente però SiP è anche comico, e tra una sequenza e l’altra in cui le emozioni sono quelle più cupe, ci scappa anche qualche risata nel seguire le vicissitudini di Francine alle prese in questo numero con un nuovo lavoro.
Le trovate stilistiche, oltre al disegno vero e proprio, sono un altro punto forte di questo autore, come l’utilizzo del flash-back all’inizio di questo numero, e il taglio che dà alle vignette grazie al quale sembra che, più che vedere un fumetto, ci si trovi davanti a una sequenza filmica.
E Katchoo ha perfettamente ragione quando dice che fare un ritratto è “un momento di fiducia catturato sulla tela per sempre” e che rende quindi due persone ancora più vicine.
Mi chiedo però perché Sip è costretto ad avere pubblicazione bimestrale, dato che la sua versione cartonata è già giunta al n. 20, quindi di materiale credo ce ne sia abbastanza per pubblicare il formato Pocket ogni mese.

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