sabato 27 maggio 2006

"Volver" di Pedro Almodóvar (2005)


Quest’ultimo film di Almodóvar viene definito un noir, ma lo è solo per la prima metà dove, grazie alla colonna sonora, il susseguirsi degli imprevisti, la struttura delle inquadratura e dei dialoghi, sembra essere costruito come un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock e alla musica di Bernard Herrmann (il compositore che scrisse quasi tutte le colonne sonore per i film di Hitchcock).
Dopo questa prima parentesi “nera”, il film si focalizza sui rapporti famigliari delle varie protagoniste, tre generazioni di donne (due sorelle, la figlia di una delle due, e la loro madre morta da tempo) che districano la matassa dei loro problemi che hanno inevitabilmente reso sterili i loro sentimenti materni e fraterni.
In questo modo il film mette in luce l’analisi psicologica delle varie protagoniste, incentrando di conseguenza la fotografia su lunghi primi piani sui volti delle donne, atti a esplicitare, meglio delle parole, i loro pensieri e sensazioni.
Non ci sono però innovazioni e trovate stilistiche di rilievo, dato che, pur essendo l’ultima opera di Almodóvar, questo film non aggiunge niente di nuovo alla sua bravura. Anzi, sembra essere retrocesso allo stile dei suoi primi film, dove si parlava tanto e si scandagliava l’animo di personaggi in gran parte femminili con quel tocco comico e amaro al tempo stesso (qui si parla ad esempio del binomio vita-morte seguendo uno humor nero).
Ciò non vuol dire però che sia un film scarno, perché con il tempo Almodóvar è riuscito a creare uno stile molto personale per ritrarre le sue donne, e questo, aggiunto all’esperienza, apporta a tutto il film una carica emotiva non indifferente, nonostante non ci siano novità né sul piano “strutturale” né tematico.
Uniche ricercatezze: i titoli di testa e i titoli di coda, davvero affascinanti e curiosi, da vedere! Specialmente quelli finali, dato che spesso si tende ad ignorarli perché considerati superflui.
Nulla da criticare sulle interpretazioni delle attrici, dove anche il cast secondario fa una certa figura. Ma parliamo un po’ di Penélope Cruz: lievitata con grasso posticcio, doppiata perfettamente durante la sua interpretazione della canzone “Volver” (tema principale del film cantato in realtà dalla bravissima Estrella Morente, che ha la mia stessa età e direi quindi: ’sti cazzi!), ripresa con insistenza in primo piano con quegli occhi velati di lacrime che sanno esprimere l’impossibile, è il caso di dire che è davvero una brava attrice, anche se in molti dubitano della sua bravura…
E gli uomini? Se fosse per Almodóvar, credo che non li menzionerebbe nemmeno nei suoi film, tanto è attirato dalla figure femminili che sotto le sue mani diventano divine; in questo film gli uomini passano solo di sfuggita e vengono dipinti come la parte pessima del genere umano.
Altro omaggio cinematografico, è quello al cinema di Roberto Rossellini e ad Anna Magnani, due piccioni con una fava ritratti in spezzoni del film “Bellissima”.
Se ne avete la possibilità consiglio di vedere il film in lingua originale, il doppiaggio italiano è un po’ moscio (guardate il trailer originale per farvi un’idea)…

9/10

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